Rassegna storica del Risorgimento
DECENTRAMENTO; REGGIO CALABRIA AMMINISTRAZIONE 1861-1865
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1988
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Lucrezia Zàppia
riconoscevano le componenti di pensiero fedeli al giobertìsmo e al neo-vichismo giuridico ed in cui vivevano le suggestioni spiritualistiche ed eclettiche della tradizione. Per loro lo Stato era la forma estrinseca della Nazione: l'ordine sociale era subordinato all'ordine morale, costitutivo della società secondo 'le leggi di natura, e dagli eterni princìpi del giusnaturalismo ricavavano le esigenze di autonomia amministrativa.
Tali tesi furono sostenute da L'amico della libertà, un settimanale ini' propriamente annoverato dalla moderna storiografia tra i Periodici popch lari del Risorgimento che vide la luce a Reggio il 10 ottobre 1860 in occasione del Plebiscito: esse erano tratte in gran parte dal Corriere dell'Emilia di Bologna di cui va ricordato che, fin dal 1859, fu direttore il reggino Pasquale Cuzzocrea, molto legato al Pepoli.
Il giornale svolse nel reggino un'azione incisiva per l'esito della consultazione popolare, suggellando col binomio Monarchia costituzionale e Nazionalità quel faticoso cammino ideologico che, per sommi capi, appare ripercorso, nel secondo numero, e non a caso, attraverso le Massime del Vecchio e nuovo diritto pubblico europeo di Terenzio Mamiani.
Sulla scorta delle tematiche che avevano caratterizzato il dibattito politico -nel processo di annessione dell'Emilia, si ponevano i problemi legati all'ordinamento del nuovo Stato e al suo funzionamento.
Massima espressione di vita attiva era visto il futuro Parlamento, cassa di risonanza della volontà delle popolazioni, attraverso le voci dei propri deputati nazionali, i cui percorsi politici dovevano nascere a livello locale. Ciò avrebbe permesso di mediare i rapporti tra capoluogo e capitale attraverso la contemporanea assunzione della duplice carica di deputato nazionale e di consigliere provinciale.
L'istituto parlamentare, espressione di unità nella parità, doveva essere quindi il più alto punto d'incontro delle individualità già rivelate dagli organi locali. Allo stesso modo il problema della libertà, richiamato dalla testata, veniva presentato come diritto di tutela del cittadino contro il potere dello Stato ed in particolare contro il potere dell'esecutivo, spesso fonte di oppressione e di pericolo per la stessa libertà. Da qui la necessità di ubbidire a leggi uniformi proprio perché il Municipalismo era stato causa della rovina italiana.
Esaminando il campo specifico, il periodico prendeva in considerazione l'attività dei Dicasteri della Prodittatura e il sistema ministeriale della Luogotenenza napoletana, fornendo informazioni, sia pur sommarie, sulla creazione dei nuovi organismi amministrativi a Napoli, sull'articolazione dei loro compiti, sulla regolamentazione dell'azione amministrativa con la pubblicità degli atti; mentre assumeva una decisa posizione sulla disciplina del settore burocratico, in rapporto ai princìpi giuridico-politici che dovevano essere alla base del suo nuovo assetto.
Nel conferimento come nel mantenimento dell'ufficio pubblico, si chiariva come, in uno Stato liberale, punto fermo dovesse essere quello obbiettivo dell'idoneità. Solo così i criteri di scelta per i pubblici uffici pote-
5) v. DINA BERTONB JOVJNE, / Periodici popolari dei Risorgimento (a cura di), Introduzione, voi. I, Milano, 1959, pp. CLII-CLIII; voi. II, pp. 203 sgg.; e Catalogo, voi. Ili, I960, p. 23, n. 45.