Rassegna storica del Risorgimento
DECENTRAMENTO; REGGIO CALABRIA AMMINISTRAZIONE 1861-1865
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1988
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Lucrezia Zappici
dettami del Mamiani10* e nel cui alveo queste associazioni ancora si riconoscevano; sia dalla linea politica e dalle diatribe espresse dai loro organi di stampa (v. Il Nomade di Napoli, La Fata Morgana di Reggio e vari articoli su II Calabrese di Cosenza).
Essi nell'ex-capitale, come nelle province, avevano richiamato intorno a sé i costituzionalisti, legati al neo-vichismo giuridico, i cattolici-liberali neoguelfi e rosminiani.
I soci di questi circoli che si riconoscevano comunque nel solco della filosofia italica, avevano preso le distanze dal moderno idealismo e da quell'hegelismo che stava acquistando i caratteri di cultura egemone in tutto il Paese.
L'esame fin qui trascurato dello Statuto del Circolo napoletano, che certamente servì da modello a quello reggino, datato, come già detto, Napoli, 6 dicembre 1860, conferma appieno quanto abbiamo rilevato; che nella Premessa ci sia un preciso riferimento ad un Vico strettamente legato alla tradizione non appare casuale.
Sulla scorta della stessa tradizione si chiariva che solo la libertà garantita da savie leggi è scaturigine del benessere materiale e morale dei popoli , mentre si ribadiva che il popolo poteva esercitare il diritto che l'uomo ereditò da Dio, quello di pensare e di manifestare la propria volontà con modi sì civili come legali, com'è, a mò d'esempio, quello della libera petizione .
In quest'ottica il Circolo era inteso come vitale centro di attività politica e come fucina culturale ; pertanto doveva comprendere tutte le classi della società, operando fin nelle regioni più sublimi del potere, fin negli umili focolari del popolo . Allo stesso modo, mentre l'articolo 1 dell'Organico dello statuto sottolineava: tutti i circoli corrispondono tra loro, restando l'uno all'altro indipendenti , l'articolo 16 precisava: i circoli delle altre città e comuni si organeranno nel modo più acconcio ai diversi bisogni provinciali e municipali, conservando per essere corrispondenti del circolo di Napoli l'intero suo programma.
Diversamente da quanto esprimono gli Statuti e le circolari delle associazioni democratiche meridionali (v. lo Statuto della Società unitaria e le Circolari del Comitato centrale delle Province meridionali), n> ove le organizzazioni provinciali sono intese come vere e proprie filiazioni dei corrispettivi centri napoletani da cui traggono vita politica e modalità di sincrono funzionamento, c'è qui una volontà di convivenza e di voluta articolazione dei modi d'azione e dei problemi, che pur su linee politiche omogenee, rinuncia alla pretesa di una leadership napoletana, che del resto sarebbe
IO GIUSEPPE MONSAGRATI, Federalismo e Unità nell'azione di Enrico Cemuschi V848-185J), Pisa, 1976, pp. 44 e 85.
10 Statuto dell'Associazione Nazionale unitaria, in Scrìtti editi ed mediti di GIUSEPPE MAZZINI, mi. LXVJ, Serie politica, XXIII, Imola, 33, pp. 271 sgg.; e Circolare del Comitato Centrale delle Province Meridionali, in T. PEDIO, L'attività del movimento garibaldino nel biennio 186W62 attraverso le circolari dei Comitati di Provvedimento per Roma e Venezia, Jn Rassegna stòrica del Risorgimento da ora in poi Ross. st. R. , Roma, 1954, ff. 2-3.