Rassegna storica del Risorgimento
DECENTRAMENTO; REGGIO CALABRIA AMMINISTRAZIONE 1861-1865
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1988
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Reggio Calabria e il decentramento 29
stata contraria ai postulati ideologici, richiamati nelle varie sezioni dello Statuto stesso.
Si delinea così il rapporto con le classi subalterne: di esse il circolo è guida culturale e morale, è il loro mediatore nel campo del lavoro che è dominato anche qui (in Italia) come in Francia e in Inghilterra1?) dalla forza del capitale, forza che può espandersi, con beneficio delle masse, per l'associazione di capitalisti.
Se l'opportunità politica tra il gennaio ed il febbraio 1861, in occasione delle elezioni politiche, consiglierà ai moderati del Circolo popolare nazionale ed ai democratici dell'Associazione unitaria di Napoli la fusione tattica dei Comitati elettorali u> in nome di un'autonomia amministrativa da opporre al piemontesismo che rivendicasse al Parlamento la funzione cardine della nuova vita democratica, fusione fatta proprio nella considerazione che qualunque azione liberale non potesse nel Sud prescindere dai nomi di Garibaldi e di Vittorio Emanuele, la realtà locale e le diverse impostazioni culturali, più rigide nelle province, impedivano un'attività politica unitaria, questo specialmente negli ambienti liberali di Reggio ove quotidianamente si manifestavano nuove discrepanze sia in rapporto agli ostili atteggiamenti del clero e dei settori cattolici, da vari decreti colpiti nei loro interessi e nella loro stessa funzione, M> sia in rapporto alla gestione del governo garibaldino ormai nel mirino della contestazione.
Il Circolo reggino dai 15 soci iniziali ormai contava 240 iscritti, come appare dal rapporto di Raffaele Cassitto, governatore della Calabria Ultra Prima al Ministro dell'interno e Polizia di Napoli, datato Reggio, 19 maggio 1861.
Questo rapporto, che riflette il favore dell'alto funzionario verso una associazione capace di contribuire alla sua opera di distensione politica, tesa a trasferire fuori deiramministrazione le tensioni accumulate all'interno di essa sotto il governo Plutino, è il solo che ci illumina sui primi mesi di vita di questa organizzazione.
Purtroppo la perdita delle fonti documentarie relative alla vita del Circolo (dall'atto notarile costitutivo, stilato dal notaio Zuccaia, ai verbali delle sedute e alla contabilità) T5> ed il silenzio degli epistolari, non surrogabili dalie generiche notizie che possono ricavarsi dalle Memorie del can. Paolo Pellicano, suo presidente, non ci consentono di allargare molto il discorso, neppure in rapporto alle elezioni sia politiche, sia amministrative. Per le prime possiamo affermare, sulla scorta dei dati ufficiali, relativi ai 7 collegi
12) Il riferimento alla Francia e all'Inghilterra è tipico della pubblicistica moderata di quegli anni.
13> Sulla fusione v. A. SCIROCCO, Democrazia e Socialismo a Napoli, eli., p. 53.
14) Sui provvedimenti presi dal governo garibaldino nei confronti del clero e dei settori cattolici, di cui tratteremo ampiamente più avanti, ricordiamo soprattutto A.S.R.C., Pondo Governatorato, b. I e II; e Fondo Plutino, in corso di ordinamento.
15) Sulla costituzione del Circolo, sappiamo che l'Atto, fin qui irreperibile, fu stipulato dal notaio Carlo Zuccaia, .in La Fata Morgana, Necrologia, Reggio, 16-IV-1862, n. 87.