Rassegna storica del Risorgimento
DECENTRAMENTO; REGGIO CALABRIA AMMINISTRAZIONE 1861-1865
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1988
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43
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Reggio Calabria e il decentramento 43
Giudicando inopportuni e politici alcuni giudizi contenuti nella Relazione, il prefetto Cornerò ne chiedeva la soppressione, dichiarando che ove il Consiglio opinasse diversamente alla sua proposta si sarebbe awaluto della facoltà concessagli dalla legge per immediatamente sciogliere l'adunanza e la Deputazione vi aderiva (come leggiamo nel verbale) animata dallo spirito di concordia e per non nuocere agli interessi della provinciale amministrazione, la quale sarebbe stata obbligata a sospendere i suoi lavori, ove il pernicioso contrasto avesse avuto seguito .
In tal modo il nuovo Stato, attraverso il suo più alto rappresentante periferico, imponeva il suo orientamento culturale e riusciva a rompere con la tradizione che, a Reggio, come abbiamo visto, aveva lontane radici, cui i gruppi dirigenti si erano più volte richiamati, nella volontà che nulla delle passate esperienze andasse perduto.
Con lo stato d'assedio, che si protrarrà fino al 19 novembre 1862, si porrà fine a quell'operazione politico-culturale che avrebbe dovuto segnare il successo dell'Ente intermedio sulla base dei nuovi rapporti con i Comuni e con lo Stato.
Lo sforzo della classe politica provinciale era teso infatti a determinare i fattori, che con valenze ed impatti diversificati, concorressero a definire uno spettro di condizioni al cui interno fosse possibile verificare e potenziare il rendimento della più alta istituzione 'locale.
I fattori dovevano essere riconoscibili negli stessi rapporti tra istituzionalizzazione provinciale e livello di sviluppo socio-economico del territorio; tra il rendimento dell'Istituto e l'organizzazione amministrativo-fun-zionale dell'apparato burocratico; tra il successo dell'Istituto e la cultura politico-sociale della popolazione; tra il successo dell'Istituto e la qualità della classe politica locale.
I mezzi usati erano i Circoli e la stampa. E non a caso a questi si volgerà l'azione governativa, tesa ad eliminare ogni forma di autonomismo.
Della riuscita dell'operazione-stampa dà notizia lo stesso Cornerò al Ministero dell'Interno, Reggio 3 febbraio 1863, in risposta al telegramma ministeriale del 2 febbraio 1863.
Se il rapporto prefettizio, nella fine de La Fata Morgana individuava la sconfitta della linea politica di opposizione governativa, registrava anche il fallimento dell'operazione culturale alternativa, avviata dallo stesso prefetto, che attraverso un nuovo periodico, Il Monitore della provincia, avrebbe dovuto sancire nel reggino la promozione di una forma concreta di moderna autorità . Era già" caduta la speranza di poter promuovere una società di azionisti locali che sostenessero il giornale filo-governativo.
Ma la scomparsa de La Fata Morgana non era priva di conseguenze: segnava infatti il trionfo del processo involutivo che, col tempo, nelle maglie dell'accentramento, finirà per rinvigorire il potere municipale, dei proprietari del contado, più che mai alla ricerca di un ufficio pubblico con cui rafforzare il proprio prestigio, in cambio del sostegno all'azione prefettizia, e dei
4 A.S.R.C., inv. 34, Gabinetto Prefettura, f. 72.