Rassegna storica del Risorgimento
DECENTRAMENTO; REGGIO CALABRIA AMMINISTRAZIONE 1861-1865
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1988
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Reggio Calabria e il decentramento 45
formativo di una stampa filo-governativa, specie in assoluta assenza di servizi (poste, telegrafi, ferrovie ecc.) da usare come strumenti di propaganda e di controllo.
Ma un esame della situazione polìtico-culturale reggina, che voglia chiarire come le varie forze locali abbiano usato dei meccanismi di potere messi in moto dal nuovo assetto giuridico-istituzionale dello Stato, non può prescindere da un'attenta analisi dei settori cattolici che, nel periodo in esame appaiono particolarmente travagliati.
L'esilio dell'arcivescovo metropolita di Reggio, Mariano Ricciardi, espulso dalla provincia il 23 settembre 1860 dal governo garibaldino ; i sospetti di connivenza col cessato regime che continuavano a gravare sui membri della Curia; i decreti dittatoriali (21 settembre 1860) e luogotenenziali sui beni delle Mense vescovili e sugli ordini ecclesiastici (decreti Mancini, 17 febbraio 1861) avevano già molto irrigidito i rapporti tra la Chiesa locale e le autorità governative; rapporti che le successive leggi di secolarizzazione delle opere pie, di abolizione di ordini religiosi, della leva dei chierici e d'incameramento dell'asse ecclesiastico renderanno ancora più tesi.
Insieme con l'acuirsi della Questione romana, tutto questo turbava profondamente le coscienze dei fedeli e alimentava il malcontento che, nel 1860-61, era esploso in alcuni paesi dell'interno32) in episodi reazionari di rivolta armata, cui non era stata estranea l'opera di religiosi.
Al momento dell'unificazione il clero reggino, secolare e regolare, appariva agli osservatori contemporanei, dal Pantaleoni al Cornerò53) ed il giudizio fu ripreso dagli storici liberal-nazionali in massima parte intrigante ed oscurantista del tutto avverso al nuovo ordine di cose, pericoloso per la sua influenza sulle classi subalterne e ciò in relazione ai benefici e ai privilegi che, anche in questa provincia, il cessato regime gli aveva concesso, specie dopo il 1848, e che il nuovo governo intendeva togliere.
In realtà tale giudizio risulta quanto meno affrettato e parziale quando all'esame dei rivolgimenti politico-sociali, che ancora nella prima metà dell''800 avevano sconvolto la regione, si ponga mente al quadro socio-economico dell'organizzazione ecclesiastica reggina, la cui struttura nel 1860 appariva molto deficitaria.
Le diocesi site nella Calabria Ultra Prima e la stessa archidiocesi di Reggio, centro di ben nove suffraganee, 54> partecipavano dell'isolamento geografico e del frazionamento economico del territorio. Le disposizioni del 27 giugno 1818, con la bolla De utiliori, avevano allargato il raggio della
52) A.S.R.C., Fondo Fiutino, cit., e Fatti interni, in L'Amico della Libertà, cit., Reggio, 7-XI-60, n. 5.
53) v. PAOLO ALATRI, // Mezzogiorno all'indomani dell'Unificazione in una relazione inedita di D. Pantaleoni, in Ross. si. R.t Roma, a. XLII, j>p. 165-67 e Rapporti dal Prefetto Cornerò al Ministro Interni, anno 1863, in A,S.R.C, inv. 34, Gabinetto Prefettura, cit., Spirito pubblico.
54) Le diocesi suffraganee della metropoli a reggina, come si sa, sono Bova, Oppido e Gerace, in territorio reggino; Catanzaro, Crotone, Tropea, Nicotera e Squillace nelle province di Catanzaro e di Cosenza.