Rassegna storica del Risorgimento

DECENTRAMENTO; REGGIO CALABRIA AMMINISTRAZIONE 1861-1865
anno <1988>   pagina <51>
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Reggio Calabria e il decentramento
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Il clima di sospetto reciproco che intercorreva tra l'autorità eccle­siastica reggina e le autorità governative preposte alla guida della provincia, a scorrere i documenti, specie dopo il '61, sembra più alimentato di riserve mentali, determinate dalla diversa impostazione ideologica che non dovuto ad una reale situazione grave e pericolosa.
Questo atteggiamento impediva il dialogo con queste forze politiche, specie col settore intransigente. Ed è per questo motivo che, il 15 aprile 1862, tale settore espresse un piano politico di organizzazione di contenuti cultu­rali che, nella difesa dei propri princìpi ideologici ed ecclesiali, desse voce alla propria realtà.
Nasceva così a Reggio L'Albo bibtiografico-religioso-letterario, di cui era direttore il sac. Filippo Capri e gerente il fratello Antonio. M> Lo scopo dichia­rato era quello di fornire alla gioventù, e a coloro che amassero le buone letture, notizie di libri, opuscoli e giornali che si crederanno utili leggere con l'indicazione agevole per acquistarli .
Il giornale dal settore dottrinale doveva però ben presto spaziare in campo politico-sociale: dopo il 15 agosto 1862 comincia ad affrontare temi politicamente più impegnativi, che saranno trattati con sistematicità, dopo l'interruzione subita per lo stato d'assedio, dal 1 dicembre 1862 in poi. S'interessa al settore amministrativo con una visione non esente da vena­ture lamennaisiane e, avversando l'accentramento statale, attribuisce al Co­mune, nell'ambito della circoscrizione territoriale, una funzione sociale pari a quella che nella circoscrizione ecclesiastica compete alla parrocchia. Insiste quindi con i fedeli per una loro oculata partecipazione alle elezioni ammi­nistrative.
Ma in un periodo così travagliato, il giornale è impegnato a chiarire la sua posizione politica, sia in relazione ai problemi sollevati dall'attività legislativa del Parlamento nazionale e legati allo stato religioso ed ai diritti del clero, sia in rapporto a situazioni concrete che nell'archidiocesi reggina sollevano le disposizioni delle autorità governative.
Diventano così occasione di amara riflessione sia l'approvazione da parte della Camera dei deputati del progetto ministeriale che sottomette i chierici alla leva,69) sia le discussioni parlamentari sul matrimonio civile; ma, soprattutto, i dibattiti sulle leggi di soppressione delle Corporazioni religiose, sulle disposizioni circa l'asse ecclesiastico,70) e sullo scottante problema delle Opere pie.
Era chiaro che in Parlamento i settori liberali manifestassero timori riguardo alla massiccia presenza del clero nelle istituzioni caritative che, allo scopo di soccorrere le classi misere, aggiungevano quello della loro disciplina con obiettivi religiosi, economici e politici.
Il 22 dicembre 1861 era tornato alla Camera il progetto di legge sulle Opere pie steso dalla commissione, sulla base della legge del '59, cui erano
68) L'Albo bibtiograftco-religioso-lef (erario dal 1864 si chiamò Albo reggino.
69) {Art. di Redazione) Ne anco In Turchia, in Albo reggino, cit., Reggio, 27-VI1-1864.
70) (Art. di redazione), Il Matrimonio civile e Vincameramento dei beni ecclesiastici, in Albo reggino, cit., Reggio, 5-11-1865.