Rassegna storica del Risorgimento

DECENTRAMENTO; REGGIO CALABRIA AMMINISTRAZIONE 1861-1865
anno <1988>   pagina <52>
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Lucrezia Zàppia
state tolte le modifiche, proposte da Minghetti, sulla tutela comunale e ove era prevista solo l'approvazione del bilancio consuntivo, di ogni istituto. Il progetto, come si sa, divenne legge il 3 agosto 1862, ed il testo regolò per almeno un trentennio questa materia.
Il principio informatore della legge era tener ferma per ogni opera pia la finalità originaria, problema quanto mai arduo nel Sud, specie nel reggino le cui istituzioni, fin dall'origine, avevano delle impostazioni antieconomi­che; 7I> liberalizzare l'amniinistrazione di queste Opere significava, per il napo­letano, mettere sullo stesso piano istituzioni private e corpi che dipendevano dall'ex potere regio che li aveva direttamente gestiti e coordinati.
Ricordiamo come nel giugno 1862, il Nisco, facendo alla Camera un excursus sulla tipologia e sugli stati discussi delle Opere pie, si fosse chiesto come la legge avrebbe provveduto nell'ex regno ai luoghi pii provin­ciali e se le nomine degli amministratori sarebbero state fatte a Torino fino nelle Calabrie.
La stessa libertà delle amministrazioni ed il principio della specialità di tali istituti poteva significare lasciare la beneficenza nelle mani del clero e su questo principio, secondo molti osservatori, emergevano contraddizioni che investivano il ruolo dello Stato nei suoi rapporti con la Chiesa. Si sta­biliva d'inserire quindi, tra le disposizioni transitorie, l'art. 34 per cui ai disciolti Consigli degli ospizi sarebbero subentrate le Deputazioni provinciali, alle Commissioni di beneficenza le Congregazioni di carità; il finanziamento, che passava attraverso i ratizzi, sarebbe passato attraverso i sussidi dello Stato. Le amministrazioni, dipendenti dal Ministero dell'Interno, sarebbero passate alle dipendenze dei Prefetti, R.D. 25 maggio 1865.72)
L'Albo non può accettare questa linea;73) né può acconsentire all'inca­meramento dell'asse ecclesiastico che riduce il clero a servo stipendiato dallo Stato e definisce lo schema di legge Pisanelli sull'argomento un capo d'opera dell'eccletismo moderatesco che scontenta i preti, i frati, i rivoluzionari, -tutti . 74>
Una posizione molto dura ha già espresso a proposito della legge relativa all'abolizione degli ordini religiosi,75) altrettanto farà per il diritto d*associazione, minacciato dalla legge Vacca. 76>
Questa linea politica, espressa da L'Albo reggino, non era piaciuta al prefetto Cornerò che, fermo nella sua visione statalista, aveva preso provve-
71) GIUSEPPE RASQUALE, Relazione sullo stato fisico economico agrario della Prima Calabria Ultra, in Atti del R. Istituto d'incoraggiamento alle Scienze naturali di Napoli, Napoli, 1863, Tomo IX, p. 98.
72) CLAUDIO PAVONE, op. cit.
75 V. articolo di redazione, Miseria e beneficenza, in Albo reggino, cit, Reggio, 15-V-1864.
74) <Art. di redazione), Logica se non altro, in Albo reggino, cit., Reggio, 6-I1M864.
75) <Art. di redazione), L'abolizione degli ordini religiosi, in Albo reggino, cit., Reggio, 7-11-1864.
76) Art. ripreso da // Patriota di Parma: G. L. SALOMONE, 1/ diritto d'associazione in Italia minacciato dalla legge Vacca, in Albo reggino, cit., Reggio, 12-111-1865.