Rassegna storica del Risorgimento
AGOSTINIANI ALGHERO; ARCHIVIO DI STATO DI SASSARI FONDO CORPORA
anno
<
1988
>
pagina
<
62
>
LIBRI E PERIODICI
Alessandro Ferrerò della Marmora fondatore dei Bersaglieri (1799-1855). Mostra documentaria, catalogo a cura di MAURIZIO CASSETTI e GRAZIANA BOLENGO; Biella, Ass. Naz. Bersaglieri sezione di Biella - Sezione di Archivio di Stato di Biella - Città di Biella, 1986, in 8, pp. 88 con tavv. S.p.
Nella ricorrenza del 150 anniversario dell'istituzione del corpo dei Bersaglieri la Sezione di Archivio di Stato di Biella ha voluto contribuire alle diverse manifestazioni con l'allestimento di una mostra documentaria sulla figura del fondatore, Alessandro Ferrerò della Marmora. Sono stati utilizzati documenti dell'archivio familiare, conservato presso la Sezione, e altri sui bersaglieri, provenienti dall'Archivio di Stato di Torino.
Se scarsissima è la bibliografia esistente sul personaggio (i volumi di Michele Pericle Negrotto e di Renato Piola Caselli e un articolo sulla Rivista militare del 1970), è inesistente un vero e proprio archivio di Alessandro Ferrerò della Marmora. I documenti presentati provengono infatti dalle carte dei fratelli e di altri parenti. La mostra ha consentito, però, di delineare e di definire la figura di un uomo schietto, semplice e generoso, che avrebbe meritato spazio diverso.
Ampia lode va tributata a Maurizio Cassetti, del quale non possiamo non ricordare i lavori archivistici e le mostre allestite, primo tra tutti il ponderoso volume, dedicato con grande serietà e profonda acribia, proprio alle carte di un altro La Marmora, Alfonso.
Diversi sono gli spunti offerti dai documenti. Tra essi meritano una segnalazione specifica quelli del 1831, contenenti le prime proposizioni sulla formazione di una compagnia di Bersaglieri, quelli del 1836 e del 1837 (il Regio brevetto istitutivo e l'indennità per gli sforzi compiuti) e quelli del 1848, nei quali La Marmora denunzia e lamenta l'utilizzazione irrazionale del Corpo e l'infelice comportamento degli ufficiali.
Non possono, poi, essere passate sotto silenzio la lettera al fratello Carlo Emanuele sulle cause della sconfitta di Curtatone e Montanara e quella ad Alfonso, duramente critica su Gioberti.
Un'altra lettera al fratello, ministro della Guerra, è per una volta lontana da temi di strategia e di organizzazione militari ma punta l'indice su un problema, che, ancora poco avvertito, negli anni successivi peserà sul quadro statale. Alessandro critica la pusillanimità degli elettori, incapaci di provocare novità e mutamenti politici.
Il 7 giugno 1855 per colera morbus morirà in Crimea ed Alfonso, conscio del suo valore e presagendone da mancanza nella prospettiva futura, scriverà: quel perle pour la famille pour l'armée,,.. quel soldat et quel coeur avait cet homme, tout le monde plcurait ,
Il fratello non esprime in quei momenti il travaglio del sangue ma è interprete dei sentimenti unanimi dei piemontesi e dei patrioti.
VINCENZO G. PACIFICI