Rassegna storica del Risorgimento

GHISALBERTI ALBERTO M.
anno <1988>   pagina <139>
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FONTI E MEMORIE
ALBERTO M. GHISALBERTI FERROVIERE
Nel secondo anniversario della Stia scomparsa, la Rassegna vuole ricor­dare l'uomo Ghisalberti, attraverso questi ricordi familiari. Non è storia, è vero. Chi lo ha conosciuto sa, però, che la sua personalità si imponeva perché non era solamente uno studioso.
Per dare un'immagine, sotto molti aspetti inedita, di Alberto M. Ghisal­berti ferroviere , occorre che inizi la mia narrazione di lontano nel tempo; di necessità debbo parlare diffusamente di sua sorella. Anno 1931: in autunno entravo per la prima volta, ancora fanciulletto, nella Scuola media a indirizzo commerciale Ernesto Nathan , sita in un'ala dell'ex convento di Santa Prassede, laddove via dell'Olmata termina in uno slargo sul lato sinistro della Basilica di Santa Maria Maggiore. Chi era Ernesto Nathan? Quando già il corso delle lezioni aveva preso un avvio regolare, la profes­soressa d'italiano, storia e geografia svelò alla scolaresca l'identità del perso­naggio. Ernesto Nathan era stato il sindaco della Capitale dal 1907 al 1913 e, durante il suo mandato, aveva chiuso in pareggio il bilancio capitolino. Un bravo ed onesto contabile , pensai di lui, ed il parere positivo sulle sue qualità morali e sagacia arnniinistrativa mi è rimasto intatto nell'età adulta. Per il fascismo, però, quel sindaco ebreo non meritava una scuola, per cui gli venne tolta, dopo la guerra d'Africa, intitolando la sezione fem­minile a padre Reginaldo Giuliani, un cappellano degli Arditi morto presso Tembien, e, più tardi, la sezione maschile ad Amerigo Vespucci.
La professoressa d'italiano, storia e geografia si chiamava Fede Ghisal­berti. Appariva puntualissima nell'ora della sua lezione sulla soglia dell'aula, saliva la predella della cattedra e faceva subito l'appello degli alunni. A distanza di ben cinquantasette anni il suo ricordo associato ad una città, dove non potevo ancora avvertire la privazione delle libertà politiche, ma che sentivo intimamente raccolta, ordinata e pulita, mi procura sereni pensieri. Quella giovane signora, riservata e fine, sapeva con materna fer­mezza imbrigliare la naturale vivacità di oltre quaranta ragazzini. Aveva innata la vocazione all'insegnamento. Talvolta, mentre spiegava ad esempio avvenimenti del Risorgimento, inseriva opportunamente, per non affaticarci, momenti brevi della sua vita familiare. Mi piace riferirne tre significativi uditi nel corso degli studi.J)
Un giorno ci parlò dell'evoluzione dei trasporti dal 1830 al 1848 indu-
i) La signora Fede Ghisalberti, laureatasi a vent'anni, era sposata col prof. Alberto Bofarelli, che insegnava nella stessa scuola E. Nathan materie ragionerisfciche e bancarie, autore inoltre di pregevoli testi scolastici. Non avevano figli. Comportandosi entrambi con affettuosa cura verso gli allievi li consideravano in effetti la loro prole, lontani da favori­tismi e parzialità.