Rassegna storica del Risorgimento
GHISALBERTI ALBERTO M.
anno
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1988
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pagina
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142
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142
Camillo Lacchè
grata la Sua lettera. Interessato a tutti gli aspetti della vita ferroviaria e uomo di cultura ehi sa con quanto interesse leggerebbe oggi il Suo volume! Mi consenta, visto che non so dimenticare di essere figlio di un ferroviere di inviarLe un assai modesto capriccio apparso sul Giornale d'Italia di qualche anno fa, nel quale ho rievocato l'inaugurazione della Roma-Frascati. piccola cosa, ma, forse, non del tutto priva d'interesse. Con profonda gratitudine Le invio un cordiale saluto.
Suo ALBERTO M. GHISALBERTI
P. S. Sono troppo ardito se Le chiedo di fare inviare una copia del Suo volume per recensione alla Rassegna storica del Risorgimento (Vittoriano - 00186 Roma)?
Poiché in quel tempo la posta andava e va alla diavola... come si espresse il Ghisalberti successivamente avendogli accennato di non aver ricevuto il suo capriccio ferroviario, pensai di recapitare personalmente al Vittoriano la copia del libro da recensire. E così andai alla sede dell'Istituto e conobbi il mio illustre interlocutore, traendo l'impressione di trovarmi di fronte un gentiluomo di altri tempi, prestante nell'aspetto, che nulla aveva dell'intellettuale tipico, ma rivelava nel volto vagamente ironico la classe dello studioso, deirumanista, abituato ad intense letture ed a profonde riflessioni. D'allora, ogni qual volta avevo fresco di stampa un mio scritto di carattere storico, gli inviavo una copia o un estratto della rivista. Egli mi dava riscontro scritto, sempre, cogliendo l'opportunità per rendermi partecipe di suoi giovanili ricordi ferroviari, come in quest'altra lettera.
Roma, 7 giugno 1974 Gentilissimo dottore,
come appassionato di cose ferroviarie e, come Lei sa bene, quale antico figlio di ferroviere, ho ricevuto con vivo entusiasmo i Suoi articoli che ha avuto la cortesia di farmi giungere a casa. Sono di grande interesse e hanno suscitato in me, leggendo certi accenni e vedendo certe illustrazioni, ricordi d'altri tempi. Mio padre, tra l'altro, collaborò ad una rivista dei ferrovieri, con versi e prose, che usciva durante la prima guerra mondiale. Se non ricordo male, in quella sono usciti i sonetti che mio padre dedicò a Villa Patrizi , mirabile rappresentanza della architettura seicentesca, spazzata via dalla necessità di creare quello che per molti anni fu chiamato il casermone . In uno di quei numeri suscitò qualche sorriso e qualche preoccupazione una poesia dedicata al Maggiore Coccodè, sotto il cui nome mal nascondeva mio padre un aitante maggiore dei granatieri che fece gran parte della prima guerra mondiale... al comando militare della Stazione Termini.
Ma lasciamo i ricordi domestici e rinnoviamo il più sentito ringraziamento a chi contribuisce cosi validamente alla storiografia ferroviaria.
Nella apposita rubrica della Rassegna saranno citati i Suoi articoli.
Con i migliori saluti.
Suo ALBERTO M. GHISALBERTI5)
5) Da una notizia di stampa dell'epoca riporto questo brano: Il 28 gennaio 1907 il Direttore Generale delle Ferrovie dello Stato firmava il compromesso per l'acquisto della Villa Patrizi in Roma, sulla cui area dovranno sorgere 1 Palazzi del Ministero dei Lavori Pubblici e la Direzione Generale delle Ferrovie dello Stato. Nello stesso anno iniziarono i lavori di demolizione dell'antica dimora nobiliare.