Rassegna storica del Risorgimento
BARBERA GASPERO; BARBERA PIERO; EDITORIA FIRENZE SEC. XIX-XX; F
anno
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1988
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pagina
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147
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Da Gaspero a Piero Barbèra 147
del suo autore alla intelligenza dei comportamenti pratici e ideologici di un ceto emergente nelle vicende storiche italiane del maturo e tardo Ottocento e che invitava a scoprire il modo in cui questa cultura lo orientò e il modello che Barbèra ne trasse per operare concretamente nel suo ambiente storico e indirizzare la formazione culturale e ideologica delle prime generazioni intellettuali dello Stato unitario , non seguiva una attenta lettura dei modi con cui l'editore cercò di raccontare la sua vita intrecciando le più consuete forme ottocentesche di scrittura: autobiografia, carteggi, introduzioni, rapidi resoconti politici. Al contrario nel testo di Vasoli venivano ben presto abbandonate le suggestioni iniziali per seguire il più comodo percorso tracciato dallo stesso Barbèra nelle Memorie, suggerendo così al lettore non già una rilettura della formazione culturale, ma un appiattimento sui binari già tracciati dall'editore piemontese nei suoi interventi. Più circoscritta, ma anche più problematica e ricca di spunti risultava la relazione di Daria Frezza, Paternalismo e self-help in Gaspero Barbèra, che, condensando in poche pagine la sua tesi di laurea, riusciva, come è sottolineato anche nel titolo, a centrare un aspetto fondamentale dell'opera barberiana inserendola in quel contesto ricco di fermenti costituito dalla Toscana postunitaria. Nello scambio di esperienze ed idee con Tommaseo, D'Ancona, Galeotti, Alessandro Rossi, a cui la Frezza dedicava più di una osservazione riscontrando le molte analogie, ma forse tacendo anche le differenze, veniva individuato il ruolo attivo e propositivo svolto dall'editore non soltanto in ambito culturale, con la partecipazione, dalla metà dell'Ottocento, come è stato giustamente messo in luce, alla nuova aggregazione intellettuale seguita al sempre più marcato scivolamento del Vieusseux in posizione marginale,8) ma nella stessa mentalità imprenditoriale toscana, con la quale Barbèra convisse facendosene in alcuni casi anche difensore, nella quale non mancò di apportare quell'aspetto dinamico e trasformatore che certo la differenziavano dal più tenace e lento ambiente moderato toscano.9) Tuttavia, a qualche anno di distanza dal saggio della Frezza, che risentiva degli importanti studi di Lanaro e Verucci, si ha ancora l'impressione che lo sforzo di comprensione e di approfondimento avesse dovuto essere portato più a fondo, facendo proprie le osservazioni di Elisabeth Eisenstein sulla necessità di non fermarsi all'esame delle conseguenze, all'atto finale del processo di trasformazione. La 'rivoluzione inavvertita , come Eisenstein con definizione suggestiva sottolineava la necessità di guardare alla stampa come ad un fattore di mutamento degli stessi equilibri della società, indicava il rischio da parte degli storici di attenuare, attraverso analisi sempre più sofisticate, la nostra sensazione della forza e dell'efficacia di quei cambiamenti.10) È forse questa
7) e. VASOLI, Un editore fiorentino: Gaspero Barbèra, in Editori a Firenze nel secondo Ottocento, cit p. 21.
) u. CARPI, Letteratura e società nella Toscana del Risorgimento: gli intellettuali dell'Antologia*, Bari, De Donato, 1974, p. 16.
9) D. FREZZA, Paternalismo e self-help in Gaspero Barbèra, in Editori a Firenze nel secondo Ottocento, cit pp. 108-111.
io) ... ma nostre analisi delle "invenzioni e scoperte" sono anche 'diventate sempre più sofisticate, in un modo che tende ad attenuare la nostra sensazione della loro forza