Rassegna storica del Risorgimento

BARBERA GASPERO; BARBERA PIERO; EDITORIA FIRENZE SEC. XIX-XX; F
anno <1988>   pagina <149>
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Da Gasparo a Piero Barbèra
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ditare il Franklin, poco alia volta una centesima parte di lui . ,4> I continui riferimenti a Franklin contenuti nelle Memoria forniscono allo studioso la possibilità di rintracciare questa influenza anche quando gli indizi di una effettiva dilazione si fanno più labili nei rapporti tra colleghi, nelle scelte familiari, nel matrimonio, in quella comune classe sociale, nella educazione dei figli, in quei precetti, quasi comandamenti, spesso interamente ripresi dalla autobiografia frankliniana. Nessun editore italiano svolse una còsi attenta lettura e su nessun editore questa ebbe il potere di condizionare e indirizzare le scelte fino ad appartenere anche alla generazione successiva, quella di Piero Barbèra, che pure, come vedremo, nei suoi numerosi eruditi e vari ricordi, così come nella sua infaticabile attività di editore, presidente di associazioni e giornalista ebbe della vita una visione più frastagliata e più aperta alle brusche sterzate, ma anche alle nuove possibilità offerte al nostro paese alla fine del secolo e dopo la prima guerra mondiale. Se alcuni punti di rfferimento del vecchio Barbèra persero agli occhi di Piero quella necessità di una dedizione assoluta, se anche nei Quaderni di me­morie stampati ad usum delphini, apparsi nel 1921, la dedica scritta per il nipote era certo di un tono meno convinto delle raccomandazioni rivolte nelle Memorie da Gaspero ai figli e accanto all'* editore tenacemente si difendevano le scelte dell'uomo, se, pure nella continuità di gusti e preferenze, in Editori e autori si attenuavano alcune nette prese di posi­zione paterne sull'arte tipografica e si correggevano i giudizi più volte negativi dedicati a Bodoni, la figura e gli insegnamenti di Franklin furono sempre ritenuti validi e capaci di favorire anche l'intraprendenza di nuove generazioni di editori e tipografi che, nei suoi insegnamenti di vita e di lavoro, potevano ritrovare gli stimoli per affrontare i cambiamenti e le difficoltà. Il gusto per i viaggi e la curiosità per le usanze di altre nazioni, la volontà di non misurare il proprio mondo con i confini regionali o na­zionali, l'attenzione rivolta alle più aggiornate -produzioni tipografiche, oltre al forte richiamo ad un impegno civile sempre legato a profonde convin­zioni morali più che a esteriori appartenenze a partiti, associazioni e co­mitati risultano intatti negli scritti di Piero e ritrovano, ancora una volta, intorno ai giudizi su Franklin quella cartina al tornasole già presente nelle pagine delle Memorie. Del resto, ed è, vedremo, una osservazione importante, alcuni moti di fastidio e insoddisfazione di Piero per l'educazione ricevuta, sempre comunque misurati e contenuti, non toccarono mai gli insegnamenti derivanti da una lettura precoce della autobiografia di Franklin. Insegna­menti che Piero assorbì, è giusto ricordarlo, fin dall'infanzia e non nella giovinezza e nella maturità come accadde al padre.
La possibilità di trovare accenti nuovi nell'accostamento tra Barbèra e Franklin, che integrino e superino i risultati dei saggi da noi presi in considerazione, era stata già adombrata in alcuni interventi senza tuttavia essere più ripresa. L'occasione più importante era stata offerta molti anni addietro, in un clima culturale del tutto diverso, dalla pubblicazione del volume Benjamin Franklin and Jtaly nel quale Antonio Pace coglieva, nel saggio introduttivo, premesso alla corposa bibliografia, una evidente ras-
M) G. BARBÈRA, Memorie di un editore pubblicate dal figli, Firenze, Barbèra, 1883, p. 59.