Rassegna storica del Risorgimento
BARBERA GASPERO; BARBERA PIERO; EDITORIA FIRENZE SEC. XIX-XX; F
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1988
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Da Gaspero a Piero Barbèra
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una sua galleria di antenati a cui rendere un intimò e doveroso omaggio e questo compito viene assunto quasi sempre dai figli, discepoli e continuatori delle virtù dell' eroe domestico. ,8> Le avvertenze, le dediche e le note di Piero, Luigi e Gino agli scritti di Gaspero ne sono una controprova e suggeriscono, ancora una volta, l'assoluta fedeltà alle scelte paterne. Curate dai figli appaiono nel 1883 le Memorie, ridotte nel 1905 da Augusto Alfani e ripubblicate integralmente, ma senza l'accurata scelta di lettere contenuta nella prima edizione, nel 1954 da Gino Barbèra, nel 1897, in occasione delle nozze di Gino Barbèra con Jenny Porrmi, le Lettere di un commesso viaggiatore al suo principale, nel 1914 le Lettere di Gaspero Barbèra tipografo editore (1841-1879) con la prefazione di Alessandro D'Ancona. Rispettosi della volontà paterna espressa nel testamento, aperto alcuni giorni dopo il 13 marzo 1880, giorno della sua morte, Piero e Luigi nella avvertenza alla prima edizione delle Memorie dichiaravano di avere eseguito tutte le volontà del genitore che la pubblicazione fosse curata dai figli, che fosse riletta prima di essere data alle stampe, e se ne incaricarono Giovanni Mestica e Filippo Mariotti, che apparisse solo dopo la morte di Gaspero e aggiungevano, in una nota, il desiderio che il volume non servisse soltanto alla soddisfazione d'amor proprio attraverso la lettura del maggior numero di copie, ma consentisse, seguendo gli insegnamenti ai quali Egli consacrò tutta quanta la vita , di finanziare opere di vera e sana beneficenza dedicate agli operai delle tipografie.,9) Era un modo di rendere omaggio all'attività del padre, ma era anche il desiderio di ribadire che, mutati i tempi, quel nesso tra volere e potere di cui, come scriveva Gino nella terza edizione delle Memorie, la vita di Gaspero è un nobile esempio manteneva intatto il suo valore educativo. Non a caso quattordici anni dopo la pubblicazione delle Memorie in una dedica alla madre, d fratelli di Gino Barbèra difendendo apertamente le scelte del padre, anche nel controverso rapporto con Felice Le Monnier, sottolineavano quali insegnamenti potevano venire dalla tenacia, dalla volontà, dall'intelligenza di chi giunto a Firenze con un solo francescone potè arrivare alla celebrità e all'agiatezza senza alcun aiuto di amicizie o uno sguardo benevolo della fortuna.20*
Le Memorie, comunque, non furono scritte da Gaspero durante gli anni del suo più proficuo lavoro, non sono il risultato di appunti, notizie, rapidi giudizi fermati sulla carta via via che gli impegni si susseguivano, né hanno quell'andamento alterno tra passato e presente tipico di quelle autobiografie che ancora risentono delle incertezze delle scelte. Al con tra-
W> Per il riflesso di questi problemi nell'editoria fiorentina cfr. L. MASCILLI MIGLIORINI, Memoria e storia nazionale, in Editori a Firenze nel secondo Ottocento, Mostra documentaria a cura di L. Mascilli Migliorini, Ilaria Porciani, Gianfranco Tortorelli, Gabinetto Vieusseux, 1981, ora in Editori a Firenze nel secondo Ottocento, Firenze, Ólschki, 1983.
> Cfr, l'Avvertenza, firmala da LUIGI e PIERO BARBÈRA, a Memorie di un editore, cit., pp. V-VIL
20 Alla signora Vittoria Pierucci vedova Barbèra, in Lettere di un commesso viaggiatore al suo principale pubblicate per le nozze di Gino Barbèra e Jenny Porrmi dai fratelli dello sposo, Firenze, Tipografia Gaspero Barbèra, 1897, p. 6,