Rassegna storica del Risorgimento
BARBERA GASPERO; BARBERA PIERO; EDITORIA FIRENZE SEC. XIX-XX; F
anno
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1988
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Gianfranco Tortorelli
Barbèra ardeva, ma non quanto i miei compagni che si potevano chiamare arrischiati oltre modo ,3,J nutriti delie idee di umanità, di giustizia per tutti e di religione lo allontanarono da una concezione della religione statica e reazionaria, della quale sempre fu fiero avversario, per avvicinarlo invece a quegli intellettuali e correnti di pensiero che, non rinunciando alla fede, contribuirono a inserirla in una fase dinamica e di progresso. Il suo essere moderato, non freddo né impetuoso come scrive in una lettera all'amico Angelo Bazza, il suo parteggiare per chi è generoso ed onesto , l'attenzione ai problemi concreti della nazione legati imprescindibilmente alla educazione morale dei cittadini lo portavano a collaborare con chi di questi problemi si faceva alfiere proponendone la soluzione.32) Si trovò così in sintonia con Alessandro Rossi ( mi pare che le nostre idee armonizzino scriveva l'industriale in una lettera del 27 novembre 1867) e soprattutto con Niccolò Tommaseo di cui non divenne soltanto un accanito lettore, ma se ne fece anche editore e prefatore ascoltando e spesso mettendo in pratica i numerosi consigli. a> Del Tommaseo credeva di aver letto tanto da acquistare qualche sua qualità o piuttosto difetto nel mio modo di scrivere: la bella lingua, che dice con molta proprietà quello che vuole e come pochi sanno , lo stile che ha una impronta tutta propria , i pensieri fecondi che non rimanevano in Gaspero semplici esercizi letterari, ma gli ispiravano sentimenti di umanità e libertà, gli furono di grande aiuto
31) Le mie prigioni del Pellico sono definite da Sestan best seller delia letteratura memorialistica , in Guerrazzi il memorialismo toscano, oit., pp. 26-27.
Le citazioni di Barbèra a p. 25 delie Memorie di un editore.
32) In poBtdca sono moderato; non freddo né impetuoso. Parteggio per chi è generoso ed onesto; i facinorosi, grandi o (piccoli, 'li credo pericolosi. Amo l'Italia ogni giorno di più; dalle presenti sventure spero che troverà argomento di mostrarsi più concorde. Radici de' nostri mali è la nostra passiva educazione, la quale non poteva essere buona, se buoni non furono i nostri governanti. Questi e d popoli vedono ora che bisogna rifare la vita interna per entrare in quella pubblica; né d mali si (rimediano col solo desiderio del bene . Lettera del luglio 1849 in Lettere di Gaspero Barbèra, oit., p. 6.
33) Importante è la lettera inviata il 24 novembre 1867 da Alessandro Rossi a Gaspero dove l'industriale, accanto ad alcune posizioni che dovevano (trovare Barbèra in sintonia l'importanza per da nazione di legare il lavoro al progresso morale, l'opinione personale di seguire una strada più lunga ma più sicura , che il bene non possa farsi per ora dall'alto in basso, ma dal basso in aito , esprimeva deludenti giudizi sulla sua esperienza parlamentare. Alla Camera un povero industriale [...] è una pianta esotica e l'unica consolazione di una aitile .prova era id "trovarsi fortunatamente in una posizione di fare egualmente id bene pubblico, benché in campo più modesto , in G. BARBÈRA, Memorie di un editore, oit., p. 571. Le differenze tra 1 due industriali si dovevano riscontrare nel forte legame io Rossi tra attività produttiva e presenza religiosa e nel giudizio profondamente negativo, di cui al contrario non si trova traccia in Barbèra, dedicalo sia al capitalismo che alla classe operaia inglese. Cl'r. A. Rossi, L'industria italiana nei suoi rapporti con ('Esposizione internazionale di Parigi 1867. Lettera agli industriali italiani, Firenze, Barbèra, 1867. Su Rossi efir. G. ARE, Alessandro Rossi, fondatore dell'idealismo industriale in Italia, in Alle origini dell'Italia industriale, Napoli, Guida, 1974; di capitolo dedicatogli da G. BACLIONI, L'ideologia delta borghesia industriale nell'Italia liberale, Torino, Einaudi, 1973; per d riferimenti dall'opera di Rossi al pensiero laico G. VBRCJCCI, L'Italia laica prima e dopo l'Unità, Bari, Laterza, 1981, p. 92.