Rassegna storica del Risorgimento
BARBERA GASPERO; BARBERA PIERO; EDITORIA FIRENZE SEC. XIX-XX; F
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Gianfranco Tortorelli
umile.47) In Barbèra, in particolare, questi insegnamenti e influenze frantumane si ritrovano in tre differenti momenti: nelle osservazioni dedicate ai viaggi; nella educazione degli operai; nelle lettere inviate ai figlio Piero. Gaspero fu certamente tra gli editori italiani quello che più frequentemente e per maggior tempo, se escludiamo la vicenda di Leo Samuel Olschki del tutto particolare per nascita e formazione,48) si spinse al di fuori dei confini toscani, acquisendo grande esperienza nel valutare il mercato librario italiano ed estero, ma, allo stesso tempo non disdegnando di sollecitare la propria curiosità con note politiche e di costume. Nei numerosi viaggi compiuti per conto di Le Monnier alla fine degli anni quaranta, ad esempio, poteva incontrare anche nel Mezzogiorno capaci tipografi e librai e riscontrare a Napoli intorno alla raffinata attività del Detken una grande attenzione della società letteraria, ma, inevitabilmente, non poteva fare a meno di notare il dislivello che ancora separava l'Italia dalle altre nazioni europee. Inghilterra, Germania, Francia, le nazioni dove tra il 1860 e il 1870 si recò più spesso, continuavano ad essere all'avanguardia nella produzione di macchine, caratteri, inchiostri, nella migliore e più salubre disposizione dei locali, nella costante attenzione dedicata alla organizzazione dei tipografi. Soprattutto nella fusione dei caratteri e nella produ zione degli inchiostri, del tutto assente era poi l'Italia nelle costruzioni di macchine tipografiche: con i tipi inglesi e tedeschi il paragone diventava improponibile. A Francoforte, presso la fonderia Flisen, Gaspero rivolgeva dal 1860 le ordinazioni per i suoi caratteri a stampa e si vantava di aver fatto conoscere per primo quella fonderia in Italia; a Londra, a Parigi e poi ad Hannover comprerà sempre rinchiostro da stampa.49) Ma saranno i soggiorni a Lipsia e a Londra a fornirgli le osservazioni più interessanti consentendogli di visitare con calma le migliori tipografie, come del resto aveva fatto anche a Dresda e Berlino, in cui potè riprendere e adottare numerose soluzioni; se nelle stamperie della città tedesca notava una maggiore comodità di locali, molta pulizia, un ordine e una attenzione al lavoro che, senza trasformarsi nella operosità febbrile che aveva veduto a Pa-
47) È tuttavia interessante notare che in seguito molti intellettuali descrissero in modo ironico e caustico le caratteristiche e la formazione di un self mode man, cfr. ad esempio T. MANN, / Buddenbrook, Torino, Einaudi, 1976, pp. 404405.
4R) Cfr, il primo volume, scritto da CRISTINA TAGLIAFERRI, di Olschki un secolo di editoria 1886-1986, Firenze, Olschki, 1986, che è da tenere presente per le ricche pagine dedicate alla cultura fiorentima. Sulla produzione della casa editrice Olschki, Le edizioni Olschki (1886-1986), a cura di SILVIA ALESSANDRI, CLAUDIO DI BENEDETTO, ROSANNA REALE, GIANFRANCO TORTORELLI, presentazione dà LUIGI FIRPO, Firenze, Regione Toscana, La Nuova Italia, 1986.
49) Sono ancora da avviare in ItaEa gii studi sulla produzione industriale di macchine, inchiostri, caratteri e ancora poche notizie si conoscono sul progresso dolile cartiere. Su questi temi contengono numerosi e importanti articoli, non ancora sfruttati, i giornali e le riviste grafiche e tipografiche: cfr. comunque M. COPPEDE, L'evoluzione tecnica, in Ex libris. Tipografia e cultura a Prato neW '800. a cura dì S. CAVACIOCCHT, Firenze, Le Monnier, 1985, ohe tottavia sulle tipografie di Lipsia attribuisce a Barbèra dei giudizi errati; sulle cartiere è da vedere la bibliografia dedicata a questo tema in G. MORI, La storia dell'industria italiana contemporanea liei saggi, nelle ricerche, e nelle pubblicazioni giubilari di questo dopoguerra, in Annali Feltrinelli, Milano, 1959, pp. 348 e 363-365.