Rassegna storica del Risorgimento

BARBERA GASPERO; BARBERA PIERO; EDITORIA FIRENZE SEC. XIX-XX; F
anno <1988>   pagina <164>
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Gianfranco Toricreili
e se il lavoro tipografico italiano riceveva consensi anche all'estero non si poteva dimenticare che era il risultato altalenante del troppo brio e della troppa indolenza dei nostri tipografi. Bisognava finalmente, se­condo Barbèra, porsi il problema di omologare la nostra classe operaia a quella delle nazioni più progredite contenendo il demone moderno dello sciopero e incentivando la costituzione di società ricreative tra operai e padroni che, in Germania, avevano mantenuto al lavoratore tedesco una fisionomia tanto speciale e tanto superiore alla classe degli altri lavoranti d'Europa. Non a caso la lettera a Pietro Berlini, vice presidente della So­cietà di Mutuo Soccorso, veniva scritta da Gaspero dopo i viaggi in Germa­nia e Inghilterra e risentiva delle riflessioni sulla diversità delle nazioni europee in questo campo. In Italia, secondo Barbèra, ci si era mossi troppo tardi e a nulla sarebbero approdate quelle iniziative che avessero tentato di mutare la situazione con radicali innovazioni: l'operaio adulto si piegava male a un cambiamento di abitudini e non era certo tanto in­vaghito dell'istruzione da venire a cercare un libro, leggerlo e restituirlo, né si poteva sperare in un aiuto da parte delle biblioteche circolanti sulla cui istituzione Gaspero, almeno in questa prima fase, continuava ad avere molti dubbi. Era invece indispensabile indirizzare con una scelta accorta l'avviamento degli operai alla lettura, prendersi la responsabilità di vigilare sulle loro preferenze avvicinandoli a quei testi che maggiormente imperso­navano l'educazione padronale e la loro filosofia di vita e di lavoro. Non dunque la libera, e pericolosa, scelta nelle biblioteche circolanti, ma il re­capito ogni anno di un dono, di un libro utile che gli parlasse al cuore e alla mente, e avvicinasse lui o almeno i suoi figli a sentimenti più elevati e più fiduciosi nell'avvenire, perché voglia seguire i consigli degli uomini che si interessano al vero benessere del popolo . E quale autore migliore di Franklin per iniziare? Quali opere, sostiene Barbèra, possono avere sollevato dal basso stato molti individui che abbracciano le sue dottrine morali, più della autobiografia e degli opuscoli morali dello scrittore ame­ricano? Forse il suo messaggio non avrebbe trovato ascolto nell'operaio più anziano, che lo sfogherà soltanto o lo dimenticherà del tutto, ma non potrà non suscitare curiosità e attenzione negli altri componenti della famiglia poiché in quelle pagine moderne, ma con morale antica sembrerà loro di avere udito una voce solidale, una voce amica .
settentrionale dall'Unità al Novecento, in Salute e classi lavoratrici in Italia dall'Unità al fascismo, a cura di LUISA BETRI e ADA GIGLI MARCHETTI, Milano, Angeli, 1982; A. GIGLI MARCHETTI, I tre anelli. Mutualità, resistenza, cooperazione dei tipografi milanesi (1860-1925), Milano, Angeli, 1983; Operai e tipografi a Roma 1870-1970, prefazione di VITTORIO EMILIANI, introduzione di ENZO FORCELLA, Milano, Angeli, 1984. Bellissime le pagine dedicate da HOBSBAWM ai tipografi nel suo Lavoro, cultura e mentalità nella società industriale, Bari, Laterza, 1986.
53) La lettera a Piero del 24 marzo 1864 in Lettere di Gaspero Barbèra, cit., p. 43. Pagine fondamentali sulla differenza tra lavoratori tedeschi e italiani, protestanti e cattolici sono in M. WEBER, L'etica protestante e lo spirito del capitalismo, cit., pp. 9 e 113.
54) Lettere di Gaspero Barbèra, cit., pp. 51-53,
55) Non bisogna dimenticare, come abbiamo già sottolineato, che in tutta l'Europa esistevano già da tempo biblioteche e società letterarie intitolate a Franklin o che si