Rassegna storica del Risorgimento

BARBERA GASPERO; BARBERA PIERO; EDITORIA FIRENZE SEC. XIX-XX; F
anno <1988>   pagina <167>
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Da Gaspero a Piero Barbèra 167
sieme i figli, e nello stesso tempo prepararli ancora per la prima istruzione da ricevere poi nelle scuole.*7) E a questi principi Gaspero rimase tena­cemente attaccato anche quando i tempi mutarono e più frequenti si fe­cero le sue lamentele contro Milano e i suoi editori che con la loro pre­senza sul mercato rischiavano di snaturare il commercio libraio,68) di alte­rare con la quantità anziché con la qualità il rapporto tra pubblico e libro, di fare giungere in libreria autori e opere del tutto soverchie per lo smer­cio. Se al Piemonte veniva assegnato il compito di stampare e divulgare le opere politiche e alla Lombardia di farsi promotrice di una letteratura facile e divulgativa, la Toscana doveva rimanere, secondo Gaspero, la re­gione privilegiata delle opere letterarie, poiché in questa regione le let­tere sembrano avere più gradita e lieta dimora che altrove . In Toscana la lingua italiana sembra avere trovato un punto di equilibrio e dalla To­scana, dove secondo Barbèra avrebbero dovuto essere redatti e stampati i dizionari, si doveva partire per liberarsi di quella retorica che ormai af­fliggeva da troppo tempo il modo di scrivere e di pensare delTintelletituale italiano. Davanti al diluvio di proposte che Strafforello faceva all'edi­tore tanto da farlo rimanere quasi sbigottito , Barbèra rispondeva alle lunghe frequenti lettere del poligrafo ligure obiettando, analizzando, eli­minando, riproponendo la autobiografia di Franklin come punto di riferi­mento, cercando un giusto equilibrio tra prezzo e qualità del volume, in questo lavoro costante c'era la consapevolezza che l'editoria toscana,69) per tradizione e uso della lingua, non poteva e non doveva essere un'editoria di battaglia, una editoria sempre e comunque innovativa , ma una me­diatrice attenta dei nuovi problemi dello Stato italiano senza smarrire mai l'educazione del cittadino.70) Se Barbèra auspicava la pubblicazione di vo­lumi sulla mafia e sulla camorra per fare meglio conoscere i mali più pro­fondi contro cui combattere, pensava anche ad un almanacco agile e dilettevole che coltivasse la mente e il cuore come il volumetto del Mantegazza, uscito nel 1873, aveva parlato di viscere.71) D'Azeglio e
67) ivi, p. 558.
68) Sulla affermazione dell'editoria milanese, anche se non dedicate a questo argo­mento, le pagine interessanti del volume di G. ROSA, II mito della capitale morale. Lette­ratura e pubblicistica a Milano fra Otto e Novecento, Milano, Edizioni di Comunità, 1982. Sugli annosi problemi del commercio libramo ir. POMBA, G. VIEUSSEUX, C. TENCA, Scritti sul commercio librario in Italia, a cura dà MARIA IOLANDA PALAZZOLO, Roma, Archivio Guido Izzi, 1986.
69) Sul problema della lingua cfr. TULLIO DE MAURO, Storia linguistica dell'Italia unita, Bari, Laterza, 1979. Purtroppo non possediamo per tutta la Toscana studi importanti come quelli dedicati all'editoria fiorentina, cfr. comunque per Prato, Ex libris, eh., mentre il volume di T. IERMANO, Intellettuali e stampatori a Livorno tra '700 e '800, Livorno, Edizioni Nuove, 1984, risulta, per le inesattezze e approssimazioni, praticamente illeggibile.
70) Questa concezione dell'editoria, più attenta a seguire e risolvere i problemi, ohe a sollevarti, era stata del resto anche dà Franklin, cfr. C. VAN DOREN, Franklin, Milano, DsH'OgUo, 1960, p. 103.
71) Si veda, anche se non e il volume a cui Barbèra si riferisce, la ripubblicazione di P, MANTEGAZZA e NEERA, Dizionario d'igiene per le famiglie, prefazione di MARIA CORTI, Milano, Scheiwillor, 1985.