Rassegna storica del Risorgimento

BARBERA GASPERO; BARBERA PIERO; EDITORIA FIRENZE SEC. XIX-XX; F
anno <1988>   pagina <170>
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Gianfranco Tortorelli
dedica che potesse dare utili e grati insegnamenti per il vivere sociale, e per scansare molti ostacoli che si incontrano nella vita , v> ma soprattutto, come già del resto aveva fatto per se stesso, traeva dalla autobiografia frankliniana comandamenti, massime, consigli per impostare e dosare la giornata di Piero, per aiutarlo fin dalla giovinezza ad avere un rapporto franco e cordiale con gli amici e nella società. È impressionante, confron­tando YAutobiografia con le Lettere, notare quanti esempi vengano adot­tati o addirittura semplicemente riproposti e in quanti casi l'editore con­cordi pienamente con i metodi adottati da Franklin. Ad un anno esatto dal primo regalo, Gaspero con una lettera indirizzata al figlio ritornava sulla necessità di mcominciare fin da bambino a formare il carattere inculcando in Piero un dosaggio misurato dei diritti e dei doveri e, fedele alla mas­sima secondo cui nulla sia fatto senza un qualche ordine , ricordava come la mattinata e il primo pomeriggio dovessero essere dedicati allo studio della lettetratura, della geografia e del francese, mentre il pomerig­gio inoltrato e la sera, dopo aver aiutato la famiglia nelle faccende dome­stiche, allo sport e agli svaghi.78*
La domenica passata in compagnia degli amici doveva essere l'occa­sione per dimostrare generosità e affabilità intrattenendo gli ospiti nella conversazione e offrendo loro bottiglie del vino migliore e passeggiate in fiacre.79) Ma il tasto sul quale Gaspero batteva maggiormente, e che rias­sumeva bene il suo punto di vista sulla importanza di una lingua sobria e ripulita da inutili orpelli, era quello di una accorta e severa preparazione letteraria. Certamente, e ce lo ricorda anche Piero nell'ultimo capitolo da lui scritto nelle Memorie e poi ripreso in Editori e autori,80) l'editore pie­montese aveva perduto qualsiasi inflessione torinese, senza ricadere in inu­tili affettazioni fiorentine stonate nel linguaggio di molti inianigrati, riuscen­do a costruire una lingua scritta e parlata senza accento, ma non aveva mai dimenticato l'utilità di imparare dalla scuola toscana gli esempi fonda­mentali per superare le inflessioni dialettali. Le ripetute lettere a Piero nell'arco di un decennio su questo argomento, i numerosi consigli e i rim­proveri stanno a dimostrare quanto Gaspero tenesse a questa parte della formazione del figlio e come pensasse fosse un biglietto da visita per es­sere giudicati positivamente nella società. Ricordando la lettera di Benjamin Vaugham a Franklin in cui si sottolineava che durante la giovinezza ri­ceviamo la nostra impronta e in questa età prende forma perfino l'edu­cazione della generazione successiva poiché si determina il nostro carat­tere sia pubblico che privato , Gaspero riprendeva un episodio descritto dall'americano nella sua Autobiografia per dimostrare al figlio maggiore quanto fosse importante la costanza e l'applicazione in questo campo e come esso si trasformasse da semplice problema di stile in metodo educa-
7?) L'episodio è ricordato dai figli, Ivi, p. 52, n. 1, e nelle Memorie, cit., p. 61, n. 1.
78> Lettere di Gaspero Barbèra, eh., p. 50.
79) Ivi, pp. 100-101.
) U capitolo Gli ultimi anni di un editore chiude il volume Memorie di un editore ed è ripreso da Piero nel suo Editori e autori. Sludi e passatempi di libraio, Firenze, Barbèra, 1904.