Rassegna storica del Risorgimento
GIORNALI ROMA 1878-1880; <
> 1878-1880; SA
anno
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1988
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pagina
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175
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Antonio Salandra e la Rassegna Settimanale 175
Sgombrato il campo da quelli che Salandra ritiene possibili equivoci, egli passa a sollevare tre tipi di osservazioni alla tematica della rivista. La prima accusa che egli muove è quella dell' esagerazione sia nell' intensità dei mali che si deplorano , sia rispetto alla loro ubicazione :
La prima può derivare da preconcetti sentimentali, ai quali la mente dell'osservatore difficilmente si sottrae, o da osservazione incompleta o superficiale dei fenomeni sociali [...] L'altra maniera di esagerazione mi pare consista nel porre troppo in rilievo i mali che tempestano la società nostra, senza tenere conto dei mali analoghi, talvolta maggiori, ohe infestano le altre società, anche le più civili, e più specialmente nell'insistere troppo sovra certe parti d'Italia senza tener conto delle altre.11)
n rilievo che egli muove (e che sarà una delle costanti nella pubblicistica meridionalista fino ai nostri giorni) all'insistenza di certe denunce non nasce dal dispetto municipale o regionale , ì ma dal timore che possano sortire effetti diversi da quelli sperati, che cioè possano nuocere alla diffusione delle idee di riforma tra i meglio disposti della società locale, senza l'aiuto dei quali è vano sperare qualche buono effetto. Insomma meglio sarebbe ricordare il vecchio intelligenti pauca. 13>
Al rimprovero di esagerare i mali, Salandra fa seguire quello sulla tendenza dei fondatori della rivista a contrapporre, quando parlano della società italiana, le infime classi alle classi medie e a caricare le tinte contro di queste attribuendo in massima parte a loro colpa la deplorevole condizione delle altre. E non perché Salandra pensi che le classi agiate siano esenti da quei vizi (denunciati da Sonnino, Franchetri, Villari) che di fatto le rendono disadatte ai loro fini sociali , ma perché è proprio dall'auspicata crescita culturale ed economica della borghesia che può venire un progresso per i ceti contadini e il proletariato cittadino:
A che serve inasprire [le classi medie] e condannarle senz'appello, quando è da esse che deve incominciare la riforma? Se altri credea che si possa migliorare la condizione dei contadini e delle plebi cittadine senza cominciare dal favorire il progresso della cultura, dell'educazione e anche della ricchezza della borghesia e dei proprietari di campagna, il suo giudizio è offuscato da strane illusioni. Quali che siano le classi medie sono l'unica base su cui si può fondare l'edificio della società i-innovellata [...] Ogni miglioramento deve cominciare da loro. 14>
) Ibidem.
12} Ibidem. Per me si affretta ad aggiungere Salandra le Provincie meridionali dovrebbero essere riconoscenti di questa insistenza dei pietosi ed intelligenti osservatori delle loro miserie. Ma siffatta freddezza di giudizi è dì pochi .
Ibidem.
M) Ibidem. A Pasquale Villari che citava l'esempio della Lady inglese che passava il suo tempo nella workhouse, nella raggedschool, nel reformalory, Salandra rispondeva: ma prima facciamola possibile questa Lady; prima diamo alle nostre signore una cultura e una educazione superiore a quella che ora ricevono dal maestro di musica, dai giornali di mode e dal confessionale. 11 progresso può solo discendere dall'uno all'altro strato della società; ed è vano il sognare che quest'ordine fatale s'inverta .