Rassegna storica del Risorgimento

DIAMILLA M?LLER DEMETRIO; DIAMILLA M?LLER DEMETRIO OPERE BIBLIO
anno <1988>   pagina <454>
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454 Luigi Fallarli - Lucia Milana
Nel 1875 al Diamilla Moller si presentò l'occasione di ricambiare l'appoggio fin lì ricevuto dal Peruzzi. Nel gennaio di quell'anno infatti accettò l'incarico di redattore capo del giornale L'Epoca:
Circa un mese fa scriveva a Ubaldino 1*8 gennaio 1875 il proprietario del­l'Epoca mi offrì l'incarico di redattore capo. Prima di sospendere i miei studi soientifici accettando chiesi di conoscere e studiare il programma vero, la vitalità e la redazione del giornale. Vidi che il programma era lodevole perché indipendente e scevro di spirito di parte; che la vitalità poteva essere assicurata dal probabile successo dell'opera postuma del Guerrazzi; vidi però che la redazione non era molto omogenea col programma e fra le altre anomalie rimarcai un'ostilità verso l'Amministrazione comunale di Firenze [...]. 9)
L'Epoca con redazione a Firenze e a Roma era uscito per la prima volta l'8 novembre 1874. Il suo fondatore Elio Babbini che la propaganda elet­torale definiva candidato progressista era stato eletto deputato a Pi­stoia nelle file della Sinistra parlamentare in occasione delle elezioni del 1874. Egli cercò di dare al giornale un'impostazione che ricalcava le idee che due anni dopo sarebbero state portate avanti dalla Sinistra al go­verno, idee sempre più convergenti almeno su alcuni grandi temi di politica economica e amministrativa con quelle di quella parte della Destra non piemontese, meglio conosciuta con l'appellativo di Consorte­ria, il cui nucleo più influente e combattivo faceva capo alla deputa­zione toscana, espressione del tradizionale capitalismo bancario e agra­rio, che aveva nelle azioni delle società anonime quelle ferroviarie in particolare e, in sottordine nella rendita fondiaria, la quasi esclu­siva fonte di ricchezza.
Questo gruppo che da tempo riconosceva in Ubaldino Peruzzi il proprio leader, era per tradizione e convinzione profonde strenuo pala­dino del liberismo economico classico di cui condivideva anche gli estre­mi enunciati dal Bastiat, un liberismo che in Italia, in quel periodo, trovava il suo principale sostenitore teorico nell'illustre economista Fran­cesco Ferrara.91)
che si riferisce all'avvenimento: Il cavare Fabrizio Basso, Candida Bianchetti Basso, Giulia e Paolo Basso, Marianna Bianchetti Bocchino, il Commendatore Luigi Basso Gioacchino, Luisa e Clementina Basso, hanno il dolore di partecipare l'immatura perdita del giovinetto Giuseppe Basso loro respettivo figlio, fratello e nipote, avvenuta il 23 corrente, a mezzodì all'età di anni sedici, Firenze li 24 luglio 1873. Pregate per Lui . Anche il quotidiano di Firenze La Nazione dette notizia dell'accaduto, con queste parole: Giuseppe Bosco [sic], d'anni 16, dimorante a S. Domenico di Fiesole scendendo da un muro dell'orto con una carabina carica, rimase ucciso sul colpo per essere venuta casualmente ad esplodere quel­l'arme. La Nazione, a. XV (1873), n. 207, 26 luglio 1873.
50) B.N.C.F., Carte U. Peruzzi, Cass. XX, 1, n. 28, Lettera di D. Diamilla Mailer, dell'8 gennaio 1875, senza luogo di provenienza, a Ubaldino Peruzzi.
9!) I fautori del libero scambio facevano capo alla Società Adamo Smith di Firenze il cui organo ufficiale era il settimanale fiorentino L'Economista il cui primo numero uscì il 7 maggio 1874. Fra i suoi membri oltre a professori, pubblicisti, uomini d'affari, foltissima era la rappresentanza del politici e dei notabili sia di Destra: Alfieri, Arrìvabene, Bastogi, Barazzuoli, il vecchio Gino Capponi, Corsi, D'Ancona, Ricasoli, Peruzzi, Cambray Digny