Rassegna storica del Risorgimento

DIAMILLA M?LLER DEMETRIO; DIAMILLA M?LLER DEMETRIO OPERE BIBLIO
anno <1988>   pagina <457>
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Demetrio Diamilla Muller
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possesso. La copertina del volume riporta una frase dedicatoria incisa a lettere dorate: A / S.AJR. / VITTORIO EMANUELE / PRINCIPE DI NAPOLI / NEL FAUSTO GIORNO / DELLE BENE AUSPICATE NOZZE / CON / SA. / PRINCIPESSA BLENA DEL MONTENEGRO / QUESTI AUTOGRAFI / D'ILLUSTRI ARCHEOLOGI / IN OMAGGIO RISPETTOSO E DEVOTO / D. DIAMILLA MULLER / D.D. / ROMA 24 OTTOBRE 1896.
All'interno si trova una cospicua serie di lettere, tutte di argomento numismatico, indirizzate nell'arco di anni dal 1845 al 1850 al Diamilla Muller stesso e a mons. Carlo Emanuele Muzzarelli. Si osservano all'inizio otto lettere del noto numismatico, epigrafista e filologo savignanese Bar­tolomeo Borghesi, amico di Vincenzo Monti, che, tra l'altro, ebbe l'inca­rico nel 1817 di riordinare il Medagliere vaticano e nel 1819 la collezione privata del Papa; seguono 22 lettere del sacerdote Venanzio Celestino Cavedani, numismatico, epigrafista, bibliotecario addetto alla sezione anti­quaria e numismatica della Biblioteca Estense di Modena, allievo del Bor­ghesi, che invia al Diamilla Muller da Modena, dal 23X11.1846 all'8.VIL1849, i resoconti dei propri studi numismatici. Si trovano di seguito le lettere di Honoré d'Albert duca di Luynes, archeologo e numismatico anch'esso, discendente dalla antica famiglia toscana degli Alberti, di Jean de la Saussaye da Parigi, del dr. Pinder da Berlino, di Angelo Cinagli da Fermo. Indirizzate a mons. Carlo Emanuele Muzzarelli, si affiancano alle prece­denti, due lettere di Gaetano De Minicis, letterato ed archeologo di Fer­mo, e una di Secondiano Campanari, di Toscaneria, archeologo, cognato del Muzzarelli. Concludono la raccolta, ancora indirizzate al Diamilla Muller, una lettera di Gennaro Riccio da Napoli, due del commendator P. E. Visconti, segretario della Pontificia Accademia Romana di Archeolo­gia, e quattro da Trieste di F. Schweitzer.98)
Demetrio [Emilio] Diamilla Muller fu indubbiamente un uomo bril­lante e intraprendente che dimostrò sempre una sicura opinione dì sé. Studioso appassionato e meticoloso non sembra tuttavia aver arricchito le scienze esatte di contributi particolarmente originali. In campo po­litico risultò sostanzialmente una pedina in un gioco in cui forse si illudeva di essere giocatore. Amò sinceramente l'Italia e molto amò se stesso, costantemente alla ricerca del prestigio e del successo personale oltre che di una più soddisfacente condizione economica.
Le notizie che è stato possibile raccogliere sugli ultimi anni della sua vita sono rarissime e tali da lasciare adito ad ulteriori interrogativi. Con estrema approssimazione si apprende dal saggio di F. Giarelli: Veni'anni di giornalismo 1868-1888 che il nostro ingegnere, appartenente alle alte sfere della diplomazia non ufficiale [...] che in pratica faceva fra i governati e i governanti d'Europa il bel tempo o la pioggia che a Milano era stato curatore della pagina scientifica di molti grandi gior­nali, sventuratamente finì . Ma continua il Giarelli sebbene da moltissimi anni io avessi perduto dì vista l'appendicista scientifico della Gazzetta di Milano e della Voce") pure mi ha addolorato la di -lui cata-
98> cfr. a tal proposito: E. MORELLI, Le carte Savola, in Rassegna storica del Risorgimento, a. LX1V (1977), n, 1, p. 59.
W) Giarelli si riferisce a La voce del popolo di Milano, giornale settimanale che iniziò le sue pubblicazioni il 25 febbraio 1877.