Rassegna storica del Risorgimento
CLARIZZA GIOVANNI; GIORNALI TRIESTE 1889-1890; <
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1988
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John Gatl-Rutler
avrebbe finito coli'accettare per la salvezza del giornale stesso. Si strinsero nelle spalle, dichiarando che nulla potevano fare e che punto non s'interessavano d'un giornale il quale aveva perduto il suo prestigio. Vedendo questa indifferenza da parte degli uomini del nostro partito mi ficcai in testa un'idea, che allora mi parve sublime e che fu puerile, cioè di liberare io solo dal doti. Reggio il giornale, facendomi forte della mia qualità di editore e redattore responsabile.
Come editore e redattore responsabile dell'Indipendente era il solo ed unico proprietario del giornale di fronte alla legge, non c'era forza che potesse strapparmi questo mio diritto ed il signor Isidoro Reggio, sebbene dottore in legge, mi ha dato prova di ben poca conoscenza delle leggi, se si riteneva lui il proprietario del mio giornale. Dai fatti che successero appresso fu manifesto che il dott. Reggio, e forse qualche altro avvocato, che lo diresse nella lotta impegnatasi tra noi presero un enorme granchio a secco!
Persuasomi adunque, che nessuno mi dava più ascolto nel mio desiderio di salvare L'Indipendente, non chiesi più consiglio ad alcuno interrogai la mia coscienza e questa mi rispose: agisca ed ho agito!
Come proprietario dell'Indipendente aveva quindi il diritto di licenziare io stesso il dottor Reggio e lo feci infatti con la seguente lettera che gli indirizzai il giorno 15 aprile.
Onorevole signor Isidoro dott. Reggio!
Non corrispondendo la sua pratica giornalistica alle esigenze del mio giornale, per cui questo va giornalmente deperendo; mentre d'altro lato mi consta che Ella attenta alla mia proprietà, così da oggi la licenzio dalla direzione del giornale L'Indipendente e la prego nello stesso tempo di non por più piede negli uffici di redazione onde evitare spiacevoli conseguenze.
G. CI arizza.
Presi i libri di redazione, scrissi una lettera collettiva ai collaboratori del giornale dichiarando loro che d'ora innanzi il dott. Reggio cessava d'essere il direttore dell'Indipendente. Mi recai da due ragguardevoli personalità del nostro partito. Questi non si mostrarono del tutto contrari al mio agire e furono pienamente con me d'accordo specialmente sul nessun valore dell'Indipendente sotto la direzione del dott. Reggio.
Quella stessa persona,1?) però, che nel momento del pericolo era venuta da me supplicante e facendo appello ai miei sentimenti patriottici, insorta la questione tra me e il dott. Reggio, si diede a difendere a spada tratta quel Reggio che per il nostro partito nulla aveva sofferto, che non usciva come il Iurettig, il Rossi, lo Zampieri, l'Ullmann da un carcere, ma dalla redazione del Mattino e che passando da quella alla redazione dell'Indipendente s'era cacciato nelle file del nostro partito per assicurarsi nulla più che una comoda esistenza. Infatti, collaborando per il Mattino non aveva che soli 30 fiorini mensili, mentre da noi da prima riceveva 80 fiorini appresso quanto ne abbisognava e non pochi, perché trattavasi di soddisfare l'esigenze d'una vita brillante e comoda.
Lo stesso zelante difensore del Reggio, dopo aver fatte tutte le prove possibili, quando s'accorse che non c'era caso di togliermi il mio diritto di proprietario dell'Indipendente, Indusse il signor Edgardo Rascovich a ritirare la cauzione di guisa che il giornale doveva cessare le sue pubblicazioni non rinnovandosi la cauzione.
Dopo aver scritto la lettera di licenziamento al dott. Reggio mi recai, come già dissi, da due persone ragguardevoli del nostro partito. Verso le sei pom. di quel giorno stesso però diedi un appuntamento al mio collega ed amico Elio Luzzatto al Caffè Chiozza ove gli esposi dettagliatamente tutto il mio operato. Il Luzzatto, a mia grande sorpresa e dolore, si mostrò scettico e mi ricordo benissimo, che mi disse circa queste parole: La causa intima non la comprendo, quello che comprendo però si è che tutti, o quasi tutti
M) Nella copia dell'opuscolo conservata dalla polizia, una mano ignota a questo punto ha annotato in margine il nome Dr. d'Angeli .