Rassegna storica del Risorgimento
CLARIZZA GIOVANNI; GIORNALI TRIESTE 1889-1890; <
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1988
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473
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G. Clarizza e UIndipendente 473
gli uomini che stanno a capo del nostro partito, mentre pur si lamentano della inabilità giornalistica del signor Reggio non lascierebbero torcergli un capello a niun patto. È uno di quegli innamoramenti, più strano per me, sono le precise parole del signor Luzzatto, di quello famoso di Sant'Antonio e dì quello di Pasife.
Gli chiesi, un po' impressionato da queste parole, quale riteneva l'esito della lotta impegnatasi tra me e il Reggio. Mi rispose: Mio caro Clarizza, se si trattasse di lottare col Reggio stesso, la vittoria sarebbe sua indubbiamente: ma il Reggio è spalleggiato da due o tre uomini, influentissimi del nostro partito, innanzi ai quali la lotta è impossibile restando nel partito stesso. Ella deve quindi abbassare le armi od uscire dal partito. Scelga!
Osservai al Luzzatto che nel caso più disperato sarei uscito io pure, non dal partito, ma dal giornale, sotto la condizione, che con me dovesse uscire pure il dott. Reggio. 11 Luzzatto mi rispose laconicamente, mi par tuttora di sentirlo: l'avvenire d'Ettore sta sulle ginocchia di Giove, quello dell'Indipendente sulle ginocchia di ...2) e nominò quella persona stessa, che mi aveva scongiurato mesi addietro perché accettassi di divenire il redattore ed editore dell'Indipendente.
Continuando il nostro colloquio, assicurai il Luzzatto d'essere deciso d'andare fino agli estremi. Il Luzzatto mi chiese, togliendosi in questo momento della sua naturale apatia e un po' agitato, se con queste parole fino agli estremi avessi deciso anche di lasciar morire il giornale, il che mi consigliò assolutamente di non farlo. Assicurai il Luzzatto che non mi sarei mai attirato addosso una tale odiosità e che non sarei di certo io quello che il partito liberale di Trieste avrebbe segnato a dito come un Giuda! Quanto promisi al Luzzatto mantenni due giorni appresso! Il Luzzatto mi assicurò inoltre di dividere pienamente le mie opinioni e che parteggiava per me contro il Reggio.
Così continuò la lotta. La redazione dell'Indipendente, cosa tragica e comica ad un tempo, si divise in due partiti: da una parte il Reggio coi due ventenni giovanetti Giulio Cesari e Guido Morpurgo; dall'altra io col Luzzatto.
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Sorpasserò parecchie vicende, tentativi, ecc. Racconterò soltanto ancora questa. Mercoledì passato, il sig. Reggio nominò se stesso editore e redattore responsabile e portò la sua nomina, lui stesso, alla polizia che non venne naturalmente accettata poiché editore e redattore responsabile era Giovanni Clarizza. Per il Reggio così tutto era perduto. Egli però dimenticò, o volle dimenticare, un mezzo per salvare l'Indipendente cioè ritirami Questo il Reggio non fece. Constato il fatto ad altri i commenti.
Il Reggio allora tentò l'ultimo mezzo, quello della corruzione. Sì o signori! Ad un uomo il quale non fece mai dell'Indipendente questione di lucro, e ne ho date le prove, il signor Isidoro dott. Reggio da Gorizia, inviò persona a chiedere guanto denaro volesse. Sembrerebbe che il dott. Reggio interpreti tutte le questioni dal punto di vista del denaro. La risposta ch'io diedi al Reggio è troppo fiera e cruda perché io la possa qui riportare.
Alla mattina del giovedì 17 corr. mi si annunziò, che il signor Edgardo Rascovich era intenzionato di ritirare la cauzione, e di conseguenza che il giornale causa mia doveva cessare le sue pubblicazioni, purché non avessi io, o persona amica, 6000 fiorini per rinnovarla e continuare le pubblicazioni.
Prendendo la questione dal lato del lucro sarebbe stato per me un affare d'oro. Dimostrando coi libri amministrativi, che il giornale L'Indipendente bene amministrato poteva rendere 3000 fiorini all'anno, mi sarebbe stato facilissimo di trovare 6000 fiorini. Invece di andar in cerca dei 6000 fiorini, ecco che cosa io feci: pregai il signor Federico Obersnu ed il signor Elio Luzzatto di volermi accompagnare dal signor Edgardo Rascovich. Ci presentammo al signor Rascovich che trovammo nel suo magazzino. Il signor Federico Obersnu, proto del giornale pregò il Rascovich quale presidente d'una società operaia, l'uomo quindi che ha dimostrato sempre dei grande affetto per gli operai, di non ritirare la cauzione e di non mettere così con la cessazione improvvisa del giornale tanti operai
39 A questo punto la stessa mano ha annotato il nome d'Angeli .