Rassegna storica del Risorgimento
CLARIZZA GIOVANNI; GIORNALI TRIESTE 1889-1890; <
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1988
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John Gatt-Rutter
con le loro famiglie sul lastrico. Il signor Edgardo Rascovich gli rispose: qui è il Clarizza, si rivolga a lui, perché tutto dipende da lui.
Osservai al signor Edgardo Rascovich che in tutto il mio agire mi guidò sempre un solo pensiero, quello di salvare L'Indipendente da una sicura rovina, ch'era pronto di cedergli la proprietà del giornale a questa sola condizione: che il dott. Reggio dovesse pure uscire come sortiva io.
Rendo attenti i miei lettori, che con questa mia volontaria cessione, condizionata all'uscita del dott. Reggio dalla redazione dell'Indipendente, la questione assumeva un altro aspetto. Trattavasi cioè di salvar il dott. Reggio o di salvare /'Indipendente.
Con mia somma meraviglia il signor Edgardo Rascovich non accettò la mia proposta. Cosicché s'io mi fossi ostinato e se non fossi stato realmente un galantuomo il giornale L'Indipendente veniva a morire per questo innamoramento strano di qualche capo del nostro partito per il dott. 'Isidoro Reggio, il quale infine militò nelle file nemiche e venne nelle nostre quando si trattò di migliorare la sua posizione e fino ad ora nulla sofferse per la nostra causa.
È certo che se il giornale L'Indipendente veniva a morire tutta la responsabilità mi sarebbe stata addossata. Egli è perciò ch'io esposi quest'ultimo fatto dettagliatamente, per dimostrare chiaramente, che pur altri ne avrebbero avuto la colpa.
Due ore appresso inviai al signor Edgardo Rascovich la lettera di cessione più sopra pubblicata.
Mi veniva consegnata una bandiera nel momento del perìcolo: quella bandiera, io operaio, la posi nelle sicure mani del presidente della Società operaia. Possa Edgardo Rascovich, che tanto fece per il nostro partito compiere lui quanto io aveva divisato di fare, salvare cioè, da certa rovina l'organo del nostro partito, che, se l'Indipendente dovesse morire sotto la direzione del signor Isidoro dott. Reggio non ci sarebbe più il povero capro espiatorio su cui verrebbe a cadere l'ira del partito liberale: ma ricadrebbe su ben altri. Sono uscito dall'Indipendente senza chieder nulla e delle mie azioni ora me ne glorio. Se fui piuttosto violento nei mezzi il pericolo del momento lo richiedeva. Né mai come in questo fatto la fine giustificò i mezzi.
Allorquando nell'ardore della lotta io agiva, il dottor Reggio spargeva le più strane calunnie sul conto mio. Ora io non era che un cavalier d'industria il quale cercava di truffare i due o tre mila fiorini per cedere L'Indipendente; ora era il cieco istrumento del partito avverso. .11 mio agire, tanto onesto, ho sbuggìardato le basse calunnie, le false insinuazioni del dott. Isidoro Reggio. Non fui cavalier d'industria, perché feci la cessione del giornale al signor Edgardo Rascovich, senza chiedere un soldo. Non fui cieco istrumento d'un partito avverso, perché quando il signor Edgardo Rascovich voleva ritirare la cauzione sarebbe stato occasione propizia di cedere L'Indipendente a questo partito avverso, al quale contando tanti milionari sarebbe stato uno scherzo il raccogliere 6000 fiorini per la cauzione. Il signor Isidoro dottor Reggio da Gorizia non aveva da ricercare tanto lontano la causa intima del mio agire perché era lui stesso, in cui io vedeva, e non a torto, personificata la rovina dell'Indipendente.
E concludo. Il motto del giornale L'Indipendente è questo: Provvediamo al presente con intelligente riguardo all'avvenire . Come calza questo motto alla presente questione! Provvedete al presente con intelligente riguardo all'avvenire, perché altrimenti il giornale L'Indipendente dovrà morire, e la morte d'un giornale, che è organo d'un partito, di solito precorre la morte del partito stesso.
GIOVANNI CLARIZZA