Rassegna storica del Risorgimento

BRIGANTAGGIO; LEGITTIMISMO EUROPEO 1860-1864
anno <1988>   pagina <490>
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Libri e periodici
attiva e propositiva. Ed è ancora a Lemmi che va riconosciuto il merito di aver rivitalizzato la vena polemica del Carducci, da tempo ormai propenso a rinchiudersi nell'universo ristretto della sua Bologna, chiamandolo ad entrare nella celeberrima loggia Propaganda Massonica. Nominato senatore del Regno il 4 dicembre 1890, nell'aprile del 1892 Carducci viene accolto nelle logge romane Universo e Rienzi; la sua fedeltà all'Ordine rimase inalterata fino alla fine, anche se non ebbe mai modo di estrinsecarsi (fatto assai singolare) attraverso le pagine della Rivista massonica.
VINCENZO FANNINI
GIOVANNI SOLE, Viaggio nella Calabria Citeriore dell'800. Pagine di storia sociale; Cosenza, Amministrazione provinciale, 1985, in 8, pp. 479. S.p.
Vale la pena di registrare preliminarmente le contrastanti reazioni che ha suscitato nello scrivente un libro come questo (e che presumibilmente sono suscettibili di estendersi ad una cerchia non trascurabile di lettori non prevenuti) perché, a mio credere, la pura e semplice loro elencazione può giovare ad introdurre nel modo più efficace al nocciolo del costume meridionale, diciamo meglio di quello della classe dirigente del Mezzogiorno, nel che consiste l'autentico argomento de quo agitar.
Le dimensioni da album, l'improbabile color verde bottiglia del cartoncino, il patro­cinio di un ente locale, la riproduzione fotografica dell'automobile dei commissari per l'inchiesta sulle condizioni dei contadini in Calabria ai primi del secolo impantanata tra la fanghiglia e il terriccio di una fiumara, tutto ciò suscita una diffidenza istintiva, come dinanzi ad una ennesima rivisitazione, tanto calligrafica nella forma quanto scontata nella sostanza, della questione meridionale nel suo risvolto più tradizionalisticamente querulo e ree riminato rio possibile.
E la diffidenza si conferma allorché si apre un libro, con quella sua carta inutilmente patinata, con quel corredo fotografico ed illustrativo prevedibilissimo nelle sue movenze declamatorie e populistiche, e si accentua addirittura, la diffidenza, quanto, non senza qualche intima riluttanza, si comincia a leggere, e si è indotti a ripetere col poeta Or son venuto Là dove molto pianto mi percuote .
E tuttavia, quando si è giunti al termine del grosso volume, dopo averlo percorso con curiosità e partecipazione sempre crescenti, la diffidenza si è dissolta nel sincero compiacimento per uno dei risultati più intelligenti ed interessanti che nell'ambito della storiografia meridionalistica ottocentesca si siano letti negli ultimi anni, permanendo soltanto il rammarico che l'esclusione dal giro commerciale lo renda inaccessibile a quella cerchia più ampia a cui dianzi si accennava.
Questo compiacimento non scaturisce certamente sul piano interpretativo, dove l'aere senza mutamento permane tale dal principio alla fine ed anzi appesantendosi dopo l'unità in una tenebra dalla quale non c'è speranza di redenzione.
Ma in questa tenebra il giovane A. ha l'accortezza e la pazienza d'inoltrarsi alla luce di una documentazione archivistica e bibliografica assolutamente sterminata e padro­neggiata con eccezionale bravura, in maniera da far parlare essa, da renderla protagonista difficilmente confutabile, tanto con le sue cifre quanto con le sue pagine di relazione e d'inchiesta locali, spesso altrettanto eloquenti e quasi sempre più persuasive delle testimo­nianze letterarie seducentissime, ma altrettanto tendenziose, alla Vincenzo Padula.
Si tratta insomma essenzialmente di un'antologia corredata da appendici e tabelle statistiche, in cui l'A. appare il meno possibile, e più che altro a parafrasare e riassumere ciò che con ben altra energia è risultato dai testi riportati. Perciò forse il volume si sarebbe potuto sfrondare d'un centinaio di pagine comprese le considerazioni introduttive, dove ciò che ci rimane nel ricordo, ad esempio, è la forbice di costume denunziata nel 1836 dal De Malora tra la spregiudicatezza sfruttatrice degli agrari ed il loro moralismo anti­capitalistico, o il comunismo quarantottesco dei rapporti di polizia sulle rivendicazioni di terra che basta esso solo a convellere da' cardini suoi ogni civile ordinamento , o il