Rassegna storica del Risorgimento

BRIGANTAGGIO; LEGITTIMISMO EUROPEO 1860-1864
anno <1988>   pagina <491>
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Libri e periodici
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dominio dispotico della famiglia Intani a Lungro, o la torbida ambiguità del protosocialismo di Giovanni Domanico, non certamente le conclusioni delTA. sull'emigrazione come espul­sione forzata o sul brigantaggio quale espressione autentica della lotta dei contadini contro gli usurpatori delle terre , troppo semplicistiche e sciabolate per essere vere, a non parlare di Oreste Dito assunto come conclusivo autore infallibile per una Calabria cinque-settecentesca sulla quale, che sì sappia, c'è stato qualchedun altro che in tempi più recenti si è pronunziato con spessore critico e documentario incomparabilmente maggiore.
E tuttavia, lo ripetiamo, le aperture e gli spunti che la lettura suggerisce sono innu­merevoli, i 5 mila travagliatori che nel 1815 lavorano alla strada consolare murattiana (le conseguenze sul mercato del lavoro?), l'isolamento stradale del circondario di Rossano e perciò l'accentuarsi del suo vecchio incontro-scontro oleario e marittimo con Gallipoli sull'altra sponda ionica, l'inadempienza degli appaltatori nelle opere di manutenzione stradale ed il loro sordo sabotaggio nei confronti di chi avrebbe dovuto sorvegliarli (ecco il primo anello di una catena di malcostume, di omertà, di degenerazione civile, che percorre come un filo rosso tutto il volume, ma che l'A. è troppo patriotticamente calabrese per far oggetto di uno specifico paragrafo), la scafa ed il mulo protagonisti delle primordiali comunicazioni, i calderari di Dipignano, il mercato abusivo di Acri, la fiera plurisecolare di Schiavonea, come grandi occasioni comunitarie di scambio, in cui il momento commerciale si salda con quello antropologico, come a proposito della fiera di S. Leonardo quale protettore dei salinari di Lungro, riguardati evidentemente quali carcerati nel fondo della miniera, attesa la devozione particolare delle catene che circonda in merito quel santo.
Lo spazio ci impedisce chiaramente di soffermarci in questa esemplificazione, ma ci auguriamo di aver dato un'idea della felice fecondità di una prospettiva del genere.
Così, per passare a tutt'altro periodo, ed all'arido linguaggio delle cifre, la propaganda borbonica contro l'insegnamento unitario in quanto veicolo al protestantesimo ed alla coscri­zione obbligatoria trova il suo supporto nei 160 preti a cui era affidato l'insegnamento elementare nella provincia rispetto a 67 maestri laici, per di più pagati fino ad appena un quarto delle loro legittime competenze, mentre è in atto un massiccio processo sociale che nel corso degli anni sessanta espelle oltre 50 mila donne dall'agricoltura e dalla pastorizia per impiegarle nella manifattura industriale e casalinga salvo recuperarle ai primi del Novecento in conseguenza dell'emigrazione.
Proprio quest'ultimo esempio, peraltro, offre la misura di quante sfumature sarebbero state indispensabili per rendersi più esattamente conto di imponenti fenomeni di massa che l'A. si limita a tratteggiare in tinte immodificabilmente scurissime.
Anche così com'è, nondimeno, il volume è di assai gradevole ed utile lettura, che consigliamo volentieri ad un pubblico molto più largo che non quello dei puri e semplici addetti ai lavori.
RAFFAELE COLAPIETRA
GIORGIO GIANNINI, Esame dèlie Quaranta proposizioni rosminiane (Bibliotoeca di Studi Rosminiani diretta da Paolo Ottonello, 2); Genova, Studio Editoriale di cultura, Stresa, Libraria Editoriale Sodalitas, 1985, in 8, pp. 146. L. 12.000.
CIRILLO BERGAMASCHI, Catalogo del carteggio edito e inedito di Antonio Rosmini Serbati, voi. Ili: J827-1828 e integrazioni agli anni precedenti (Consiglio Nazionale delle Ricerche, Centro di Studi sulla Filosofia contemporanea presso l'Università di Genova); Genova, La Quercia Edizioni, 1983, in 8, pp. VIII-192. L. 25.000.
ALFEO VALLE, Rosmini e Rovereto 1834-1835; Rovereto, Longo Editore, 1985, in 8, pp. 229. S.p.
Assistiamo ad un fiorire di studi su Antonio Rosmini: esiste ed opera a Stresa un Centro internazionale di Studi rosminiani che pubblica una Rivista, mentre a Rovereto