Rassegna storica del Risorgimento
BRIGANTAGGIO; LEGITTIMISMO EUROPEO 1860-1864
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Libri e periodici
sante volume di Sergio Benvenuti, edito nello Collana di pubblicazioni del Museo trentino del Risorgimento e della Lotta per la Libertà. Si tratta di problemi dì rilevanza internazionale, che, come sottolinea opportunamente l'Autore, già durante la sommossa di Trento del 19 marzo 1848, accanto a richieste di riforme costituzionali e civili in senso liberale, non mancarono rivendicazioni di autonomia: veniva infatti in quell'occasione esplicitamente richiesta la separazione del Trentino dal Tirolo tedesco e la sua annessione al Regno Lombardo-Veneto. In quei tormentati frangenti preziosa fu l'opera di mediazione svolta dal vescovo di Trento Giovanni Nepomuceno Tschiderer, lealista convinto, il quale sosteneva che non si poteva essere buoni cattolici se non si era buoni patrioti, aggiungendo che per lui la patria non era necessariamente la propria nazione, bensì lo Stato cui si apparteneva come sudditi. La sua fu in ogni caso un'efficace azione di riconciliazione, portata tenacemente avanti attraverso esortazioni e richiami {espressi con lettere pastorali e circolari) e non con misure repressive e condanne, anche se nel biennio 1848-49 numerosi furono i sacerdoti sospettati dalle autorità austriache di simpatizzare apertamente per la rivoluzione italiana . Estremamente efficace fu in questo senso l'azione svolta dal vescovo e dal suo vicario generale Giacomo Freinadimetz (cui era affidata l'amministrazione della parte italiana della diocesi) nel tentativo di moderare la repressione governativa da una parte e nel tutelare il clero dall'altra.
Al biennio rivoluzionario fecero seguito nell'Impero asburgico dieci anni di assolutismo i quali non riuscirono tuttavia a sopire le rivendicazioni nazionali ed autonomistiche presenti anche tra il clero trentino. Il 20 ottobre 1860 prendeva avvio in Austria l'era costituzionale che vide lo Stato asburgico affrancarsi progressivamente dall'egemonia esercitata dalla Chiesa di Roma, egemonia che aveva il proprio fondamento giuridico nel Concordato del 18 agosto 1855. Forti furono le preoccupazioni nel Tirolo, antica e sicura roccaforte del cattolicesimo austriaco; il vescovo di Trento Riccabona (nominato a capo della sua diocesi il 5 febbraio 1861) si fece paladino di una ferma e decisa opposizione alla Protestant-Patent dell'8 aprile 1861, con la quale veniva sancita l'eguaglianza di tutte le confessioni religiose riconosciute legalmente dallo Stato. Temendo una penetrazione protestante nella sua diocesi, Riccabona condannò con una Pastorale il luteranesimo (1863), attirandosi contro in questo modo le ire dei liberali trentini. Diversa fu la sua posizione rispetto alla altrettanto delicata questione nazionale: in questo campo Riccabona appoggiava pienamente la politica di Vienna tendente a frenare l'ascesa dell'elemento italiano nella zona compresa tra Salorno e Bolzano, cercando di conservare e favorire lo spìrito nazionale tedesco (Deuischtum) nella diocesi e nella città di Trento.
Negative furono le reazioni dell'Austria alla pubblicazione del Sillabo {8 dicembre 1864), considerato un grosso ostacolo sulla via intrapresa per una revisione delle norme concordatarie. Tuttavia la politica portata avanti dal ministro Beust a partire dall'inizio del 1867 sfociò, nel maggio dell'anno successivo, nelle leggi confessionali, accolte a loro volta negativamente dalla Santa Sede e dai vescovi dell'Impero. Il 2 febbraio 1871 con una Pastorale il vescovo Riccabona condannava le nuove leggi confessionali e con un'altra il 19 agosto dello stesso anno invitava ad eleggere solo deputati cattolici alla Dieta di Innsbruck ed al Parlamento di Vienna.
Causa l'indisposizione del Riccabona, dal 1874 al 1879 la diocesi di Trento fu diretta dal suo ausiliare, Giovanni Haller il quale, in occasione delle elezioni del 1877, propose la canditatura di alcuni esponenti del clero. Non fu lui, in ogni caso, a succedere a Riccabona, bensì per espressa volontà del governo viennese Giovanni Giacomo Della Bona, che resse la diocesi dal 1879 al 1885 con estrema acquiescenza verso le direttive governative, favorendo l'elemento tedesco e frenando le tendenze nazionalistiche nel Trentino,
Al Della Bona successe Eugenio Valussi, il quale (come già Haller) fece partecipare { sacerdoti come candidati alle elezioni. Lealista, egli combatteva tenacemente il liberalismo ed era convinto che se il clero si fosse battuto per la causa nazionale avrebbe finito con il porsi in contrasto con lo Stato asburgico. Il fallimento di un progetto di autonomia separata per il Trentino presentato al Parlamento di Vienna nel 1901, lungi dal frenare, accentuò l'azione politica degli irredentisti trentini (gli Halianisshni, come erano chiamati