Rassegna storica del Risorgimento
BRIGANTAGGIO; LEGITTIMISMO EUROPEO 1860-1864
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1988
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503
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Libri e periodici 503
ulteriori ricerche, fornendo intanto un'immagine più organica e globale del processo di modernizzazione che si introdusse nella politica europea durante il ventennio 1870-1890. Tale periodo fu, in effetti, di importanza cruciale. Affievolitesi temporaneamente le tensioni interstatali e nazionali che avevano contrassegnato la fase tra il 1848 ed il compimento dell'unità italiana e tedesca, in tutta Europa vennero attuate sperimentazioni che misero alla prova le teorie liberali. In un clima di ritrovata tranquillità, i problemi di organizzazione interna dei singoli paesi balzarono in primo piano. Da un punto di vista eminentemente politico, l'asse portante di questa ristrutturazione fu l'allargamento del suffragio. Attorno ad esso ruotarono altre due questioni, quella del ruolo dei partiti e quella dell'opinione pubblica.
W. Mommsen, F. Bédarida, R. Rumili, autori dei saggi che compongono la sezione iniziale Società e politica, mettono in risalto due elementi: 1) il liberalismo europeo, negli anni 1870-90, aveva vinto in modo molto meno netto di quanto potesse apparire. Particolare era la situazione in tutta la Mitteleuropa, nell'Europa orientale e sud-orientale, dove esso aveva dovuto concludere molteplici e vergognosi compromessi, o si trovava alle porte del governo o ancora, benché fosse riuscito a portare a compimento la fondazione dello Stato, aveva finito con l'assumere il ruolo di puro supporto ad interessi di potenze esterne. Tuttavia, anche in Gran Bretagna, in Italia, negli Stati scandinavi, la base sociale del liberalismo posava su fondamenta poco stabili. Qui l'esercizio del diritto di voto era subordinato a requisiti, di cultura e di censo, più o meno ampi, che concedevano la fruizione della politica attiva solo ai ceti dominanti. Perfino nei paesi in cui il suffragio era più esteso (Francia, Germania), ampie masse della popolazione rimanevano tagliate fuori dalla politica. La posizione chiave che il liberalismo era riuscito a conquistare nei grandi Stati europei occidentali derivava, più che altro, dal fatto che non si era ancora arrivati ad una mobilitazione di vasti strati popolari. In prospettiva si andava, dunque, verso la lotta dei movimenti di massa per scalzare dal basso i partiti liberali. Tanto più che questi ultimi non si facevano carico ormai, come negli anni '60, degli interessi collettivi della nazione. Al di là delle declamazioni retoriche, si assisteva allo sviluppo di una linea politica volta in primo luogo al mantenimento dello status quo ed all'imposizione di una legislazione diretta sia contro la destra clericale, sia contro la sinistra socialista. Nell'ambito di questa involuzione, il liberalismo diventava un'espressione di classe puramente borghese. 2) Gli anni 1870-1890 segnano, in Europa, il trionfo del compromesso . Prevale l'ordine. Allo scontro si sostituisce la negoziazione. 1 sistemi costituzionali, più o meno democratici, riescono ad esercitare complessivamente il loro compito di attenuazione dei contrasti. Cosi, ad es., se nei rapporti tra capitale e lavoro, durante questi due decenni, la tempesta spesso rumoreggia, non scoppia mai (peserà anche il ricordo del tremendo fallimento della Comune). Si assiste al passaggio dalla politica come decisione alla politica come mediazione. Alle vecchie dialettiche bipolari (regime monarchico/regime repubblicano; assolutismo/liberalismo; centralizzazione/decentralizzazione) si aggiungono le nuove tensioni generate dalla civiltà industriale. Il potere deve passare dalle mani delle oligarchie a quello delle masse? Lo Stato deve mettersi da parte oppure intervenire massicciamente per favorire il decollo economico? In mezzo ai conflitti, il compromesso vince perché l'idea che la società ha di se stessa è un'idea di fiducia nell'avvenire. Il positivismo, la fede nel progresso sono una costante di questo periodo. Anche l'azione operaia sceglie la strada dell'organizzazione sindacale metodica: azione paziente e di lungo respiro.
Effettivamente, come rileva P. Schiera nell'intervento Consenso e legittimazione nell'Europa liberale, che apre la seconda parte del volume (Consenso, ideologia, legittimazione) se il secolo XiX fu il secolo delle ideologie, il periodo 1870-1890 ne rappresentò il culmine. Al progresso economico ed alla trasformazione sociale si accompagnò la crescita impressionante di fiducia e dì consapevolezza nella propria capacità di governo [...] dei ceti nuovi della società (la borghesia, il proletariato) (p. 65). Secondo Schiera, le varie Ideologie dell'epoca trovano un punto di raccordo nel valore sempre più rilevante da esse riservato al concetto di benessere . Con esso, in un colpo solo, si possono soddisfare le esigenze di uguaglianza e di giustizia sociale, di espansione economica, di pace interna* di competizione sul mercato internazionale. I problemi del consenso e della legittimazione sono,