Rassegna storica del Risorgimento

RIVOLUZIONE FRANCESE; STORIOGRAFIA ITALIA
anno <1989>   pagina <5>
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Storiografia italiana e rivoluzione francese 5
finalità prime, e cioè più autentiche, della rivoluzione e coll'esaltazione dei suoi valori più certi e dei suoi più sicuri ideali.
Alla instabilità, all'incertezza, alla violenza, al terrore, alla guerra civile subentrava nel giudizio collettivo, od almeno in quello prevalente, l'idea di una stabilità realizzata e di un assetto conseguito, pur nel perdurare dei conflitti esterni e delle difficoltà che ne scaturivano. Ma poiché quella stabilità e quell'assetto ora conseguiti erano direttamente legati alla rivoluzione di cui Bonaparte si proclamava figlio ed insieme inter­prete, l'esperienza vissuta nel decennio 1789-1799 non veniva del tutto rinnegata né totalmente contestata. Era bensì considerata come un per­corso necessario, fatto naturalmente di contraddizioni, di ostacoli, di errori ed anche di crimini, al conseguimento degli obiettivi prefigurati all'inizio dell'Ottantanove, ma interpretati, come era naturale, in chiave socialmente moderata e politicamente statualista. Quella chiave, cioè, che ha consentito a molti nel tempo di collocare l'esperienza napoleonica nell'alveo della storia inauguratasi coll'Ottantanove differenziandone logicamente contenuti e caratteristiche per valutarla per le finalità perseguite e gli obiettivi raggiunti.
Si trattava dopo tutto del contesto culturale e politico che in Francia porterà alla formazione del giudizio storico classico sulla rivoluzione e che avrà nella prosa di un Mignet e di un Thiers gli interpreti iniziali più autorevoli. Era, però, un giudizio sostanzialmente moderato, destinato ad avere fortuna soltanto all'epoca in cui venne formulato e a non essere, invece, ripreso nella fase successiva del risorgimento nazionale, salvo che da pochi obiettivi ricostruttori delle vicende della dominazione napoleonica nel paese. Che, infatti, a parte costoro, e tra questi è d'uopo ricordare il Valeriani delle prime pagine dell'ancor utile Storia dell'ammi­nistrazione del regno d'Italia sotto il dominio francese, il giudizio sulla vicenda rivoluzionaria più diffuso appare ormai ricco di motivazioni anti­napoleoniche e, quindi, antidirettoriali, nella logica ma aspra considerazione dello stretto nesso di continuità che ha unito la fase 1796-1799 a quello inaugurato successivamente alla battaglia di Marengo. Le testimonianze di ciò non mancano: ad iniziare dal terzo capitolo delle Speranze degli Italiani di Santorre di Santarosa, che nel 1816 lo dedicava appunto al tema Dell'ultima signoria francese in Italia, si hanno varie e reiterate affermazioni della negatività di tale dominazione, accompagnate però frequentemente dal parallelo, a tutto suo vantaggio, con la successiva egemonia austriaca e con la condotta degli Stati della Restaurazione, per lo più biecamente conservatori od assurdamente reazionari, parallelo destinato a perdurare fino alla vigilia del Quarantotto, come attestavano ancora gli scritti del Torelli e del Durando inneggianti all'indipendenza della patria italiana. Scritti dal contenuto prevalentemente politico e non quindi opere di storia; in quel momento, però, si era già diffusa la consapevolezza del nesso indissolubile che univa l'esperienza rivoluzionaria francese alla suc­cessiva evoluzione politica italiana ed europea: ciò rendeva estremamente problematica una visione meramente storiografica di quell'esperienza e, quindi, la formazione di un giudizio obiettivo dell'intera vicenda vissuta dalla Francia dopo l'Ottantanove. Lo stesso anonimo autore Dei futuri