Rassegna storica del Risorgimento
AZEGLIO, MASSIMO TAPARELLI D' ; MOTI 1821
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HUBTZIO VÀCCAXOZZO
cavallereschi, tragedie, commedie, odi e sonetti frementi di amore per l'Italia.
Peccati di poesia accanti? a peccata di polìtica df magogieo~re-pubblicani . Perchè, naturalmente, come quasi tutti gli scrittori piemontesi di sua conoscenza (1), alfìereggiò anche Ini e avrebbe volentieri ammazzato un tiranno se l'avesse trovato, ma non lo trovò. Era un effetto dell'età, poiché non è possibile immaginare uno spirito più antitragico e anticlassico dell'Azeglio ; e se allora si dilettava di rappresentare le tragedie del suo grande conterraneo, esagerò poi in età matura a giudicarle con borghese disinvoltura mercanzia da Corte d'Assise , pei nappi e i pugnali adoperati (2).
L'Azeglio fu in un certo senso il primo dei nostri scrittori liberali a disalfierizzarsi, che se al poeta astigiano riconobbe sempre il merito di avere scoperta l'Italia e M avere iniziata l'idea dell'Italia nazione merito maggiore a parer Suo che i versi eie tragedie, ben presto gli attribuì la responsabilità di aver inoculato il veleno dell'assassinio politico e della politica di piazza, ch'era il terrore dei moderati piemontesi. Perciò la tragedia classica come l'educazione classica a' suoi occhi non era meno colpevole della scuola delle società segrete, alle quali conduceva con l'esempio dell'azione occulta, diretta e violenta. E l'alfìerismo, ridotto alla sua più semplice espressione con quel suo metodo un pò superficiale di semplificazione, non gli pareva se non questo: all'ascondersi dietro un uscio e far la posta al tiranno : quando passa, Tonfete ! una buona botta sul capo e tutto si trova fatto, compito e terminato (3).
Queste naturalmente erano le idee tardive dell 'autore del Programma nazionalet non quelle che passavano proprio allora nel cervello del giovine pittore ; ma qualche anno ancora e quel suo prepotente istinto del naturalismo gli modificherà le idee anche in politica. Naturalismo politico, che come non gli farà intendere il valore poetico storico del classicismo alfieriano e lo farà sorridere dell'ingenuità comica di quel povero diavolo di carbonaro napolitano che propalava i segreti delle Vendite, così non gli farà neppure intendere
(1) Gfr. OTToiBNom, Vita eoe. di Luigi Ornato, Torino, 1878.
(2) Bicordi, cap. 13. (3] Bicordi, cap. 13.