Rassegna storica del Risorgimento

PIEMONTE RIFORME CARCERARIE 1835-1857; VEGEZZI-RUSCALLA GIOVENA
anno <1989>   pagina <25>
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Vegezzi-Ruscalla e le riforme carcerarie
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gno13> o il più volte citato Barione Petitti di RoretoM> il quale raggiunse attraverso ì suoi scritti sul problema carcerario una fama europea , è giusto menzionare anche personaggi minori come Giovanni Eandi e Giovenale Vegezzi-Ruscalla, oscuri o comunque ben poco noti funzionari statali, i quali attraverso il loro impiego, ma anche con una copiosa produzione pubblicistica volta essenzialmente alla sensibilizzazio­ne dell'opinione pubblica nei riguardi del delicato problema, contribui­rono in maniera decisiva alla definitiva evoluzione del retrivo sistema de­tentivo piemontese. Posti in ombra, come sovente accade, dalla invadente notorietà di uomini certamente più famosi e stimati di loro, essi hanno visto spesso sottovalutata l'effettiva portata del loro lavorò; ma è proba­bilmente anche seguendo con attenzione la loro azione che è possibile rendersi conto di tutte le difficoltà e dei problemi incontrati dalla riforma nel corso della sua difficile attuazione.
Emblematica in questo senso sembra essere la carriera di Giovenale Vegezzi-Ruscalla,15) il quale ebbe modo di occuparsi in prima persona del problema carcerario per oltre un ventennio. Dopo aver prestato servizio in qualità di segretario di seconda classe alla Direzione generale delle Poste, era stato chiamato nel 1823 presso la segreteria degli Esteri, per poi passare, nel settembre del 1835, alla segreteria di Stato per gli af­fari dell'Interno, dipartimento di polizia, con la carica di segretario capo di divisione; M) Vegezzi rimase alla direzione generale delle carceri dal set­tembre 1839 all'agosto 1841; successivamente il suo compito venne limitato alla supervisione delle carceri di polizia, cioè di primo arresto. 17> Seguendo scrupolosamente il compito affidatogli, aveva iniziato immediatamente a docu­mentarsi, raccogliendo ogni tipo di materiale, sia italiano che straniero: 18> regolamenti, ordinamenti, progetti, storie di singoli istituti penali, insom­ma tutto quanto si era andato pubblicando sino ad allora sull'argomento,
*3) P. CASANA TESTORE, Le riforme carcerarie in Piemonte, cit., p. 286.
M> Sulla figura di Petitti si veda G. M. BRAVO, Profilo intellettuale e politico dì Carlo
Ilarione Petitti di Roreto {1790-1850), in Annali della Fondazione Luigi Einaudi, voi. II, Torino, 1968, pp. 121-183.
15) Giovenale Vegezzi-Ruscalla (Torino 1799; ivi 1885); nato Vegezzi (fratello di quel Saverio che fu, nel 1860, il primo ministro delle Finanze dell'Italia unita), aveva aggiunto ii cognome Ruscalla al proprio a partire dal 1840, probabilmente per motivi eredi­tari, avendo sposato nel 1836 l'ultima erede della casata dei Ruscalla della Piova, Felicita d'Alessandri. Per alcune (sia pure scarne) note biografiche, si vedano: A. MARCU, Un fedele amico dei Rumeni: Giovenale Vegezzi-Ruscalla, Livorno, 1926; T. ONCIULESCU, Giovenale Vegezzi-Ruscalla e i Romeni, in Ephemeris Daco-romana, a. IX (1940), n 40, Roma, pp. 351-445.
10 AJS. Torino per le Sezioni Riunite, Regg. Pere. nn. 42 (e. 108), 75 (ce. 366-367) e 77 {ce. 300-301).
17) Lettere di Vegezzi ad Alberto Ricci nn. 1733 (ottobre 1835) e 1734 (12 dicem­bre 1835), Istituto Mazziniano di Genova, Archivio Ricci; A. CAPELLI, La buona compagnia, cit., pp. 258-259.
18) Pur non avendo potuto terminare regolarmente gli studi, Vegezzi aveva acquisito un patrimonio culturale assai vasto, probabilmente più esteso che approfondito (caratteristica