Rassegna storica del Risorgimento
PIEMONTE RIFORME CARCERARIE 1835-1857; VEGEZZI-RUSCALLA GIOVENA
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1989
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Vincenzo Fanninl
non solo negli Stati della penisola in cui questi studi erano più avanzati (Lombardia, Toscana e, naturalmente, Piemonte), ma anche nei principali paesi europei e negli Stati Uniti d'America. Il primo frutto di tutto questo enorme lavoro di raccolta e studio fu la pubblicazione, nel 1838, di una accurata descrizione del correzionale delle prostitute che fungeva anche, caso unico nel Regno, da ospedale per le malattie veneree, e ciò non solo per le detenute, ma anche per le infette nullatenenti. w) La memoria, lodata e citata sia in Piemonte che fuori dai confini dello Stato sabaudo,20) consisteva in una scrupolosa descrizione dei primi effetti della riforma che si era voluta sperimentare in quel doppio istituto, creato con R. brevetto del 28 maggio 1836; con il provvedimento emanato in quella data era stato stabilito il trasferimento delle donne, sino ad ailora recluse nel Martinetto e nella Generala, nell'edificio dell'ergastolo, riunendo così in un unico complesso sia il correzionale che l'ospedale.21) Nel breve scritto Ve-gezzi non introduce quasi nulla di suo, limitandosi ad approvare alcuni provvedimenti, quale ad esempio quello dell'isolamento notturno delle detenute più irrequiete, preferibile a suo avviso a quello perpetuo (notte e dì) adottato in alcuni istituti statunitensi e, in Europa, in un'ala della prigione di Gand, sia pure solo in via sperimentale;2) favorevole è anche il giudizio dato sul sistema della suddivisione in tre classi delle recluse: nella prima erano comprese quelle che venivano isolate in celle separate, cioè le cattive e, provvisoriamente, le nuove arrivate, nella seconda le mediocri e nella terza le buone; le detenute delle diverse classi avevano cortili e posti in chiesa separati. Wi II sistema della suddivisione in tre distinte categorie era adottato anche per il sifilicomio, dove le degenti erano classificate a seconda del criterio con il quale erano state ricoverate: condotte a forza, volontarie e nullatenenti infette; per evidenti motivi di sicurezza, quest'ultima classe era tenuta completamente isolata dalle altre due.24) Un lavoro, questo primo, dunque, tutto sommato alquanto modesto, ma dalla lettura del quale emergono almeno due elementi degni di nota: il primo si riferisce all'imponente apparato critico, chiaro indice della magistrale competenza raggiunta in materia da Ve-
tipica degli autodidatti), ma certamente non comune per quei tempi; in particolare egli aveva predisposizione per le lingue: conosceva tutte quelle romanze, il tedesco, l'inglese, l'olandese ed il polacco.
19) G. VEGEZZI, Cenni intorno al Correzionale delle prostitute ed all'Ospizio celtico dell'Ergastolo presso Torino, in Calendario generale pe' Regii Stati, XV, Torino, 1838, pp. 604-613.
20) Cfr. Giornale arcadico, tomo LXXX, Roma, 1839, pp. 3-5; CI. PETITTI DI RORETO, Della condizione attuale delle carceri e dei mezzi per migliorarla. Trattato (1840), in Opere scelte, a cura dì G. M. BRAVO, Torino, 1969, voi. I, p. 424. D'ora in avanti questo lavoro di Petitti sarà sempre citato nell'edizione curata da G.M. Bravo.
21) P. CASANA TESTORE, Le riforme carcerarie in Piemonte, cit., pp. 299-302.
22) G. VEGEZZI, Cenni intorno al correzionale delle prostitute, cit., pp. 606-607.
Ivi PP. 610-611; P. CASANA TESTORE, Le riforme carcerarie in Piemonte, cit., P. 302.
24) G. VEGEZZI, Cenni intorno al correzionale delle prostitute, cit., pp. 612-613.