Rassegna storica del Risorgimento

PIEMONTE RIFORME CARCERARIE 1835-1857; VEGEZZI-RUSCALLA GIOVENA
anno <1989>   pagina <33>
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Vegezzi-Ruscalla e le riforme carcerarie
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quasi completamente indifferente; in una lettera di sfogo a Giovanni Spano,53) amico e confidente, manifestava la sua intenzione di dimettersi al più. presto per potersi dedicare a -tempo pieno ai suoi diletti studi ed alle amate figliole.54) Tra i motivi di questa sua decisione, rimandata esclu­sivamente per il parere contrario dei superiori, adduceva le delusioni che provava nel corso delle sue frequenti ispezioni: a fronte di quanto si era fino ad allora fatto, aveva potuto constatare che il marciume non era solo al di là delle sbarre, ma anche ed in misura notevole tra il personale di custodia (guardie ed impiegati), che sovente si abbandonava a -truffe ed ingiustizie, le quali rendevano ancor più penose le condizioni dei reclusi, di per sé già molto tristi; l'unica magra consolazione gli veniva dalla riconoscenza dei condannati che vedevano spesso in lui un giusti­ziere, il riparatore dei torti subiti.55)
L'opera a stampa di maggior rilievo relativa alle carceri scritta da Vegezzi è senz'altro quella sulla scuola rurale di riforma per i giovani, pubblicata a Torino nel 1857 e dedicata dall'autore a due suoi colleghi, Edmond Ducpétiaux, ispettore generale delle carceri e degli istituti di beneficenza del Belgio, e a Carlo Peri, sovrintendente generale delle prigioni del Granducato di Toscana.56) In essa Vegezzi-Ruscalla, che si fir­mava già Ispettore generale delle carceri, avendo abbandonato defini­tivamente il suo incarico nel 1857, compiva un'accurata ed approfondita disamina dello stabilimento destinato ad ospitare quella scuola. Tornando, in apertura dello scritto, per un istante al momento in cui aveva iniziato ad occuparsi della riforma dei luoghi di pena (1836), il pubblicista tori-
53) Giovanni Spano (Ploaghe 1803-Cagliari 1878); sacerdote, insegnò Sacra Scrittura e Lingue orientali nell'Università di Cagliari, della quale fu Rettore dal 1857. Ebbe modo di occuparsi a fondo della sua amata isola, studiandone vari aspetti, dall'archeologia alla linguistica, dalla preistoria alla letteratura, dal folklore all'arte. Venne nominato senatore nel novembre del 1871, ma non prese mai parte ai lavori dell'assemblea, per non dare adito, all'indomani di Porta Pia, ad ulteriori contrasti tra Stato e Chiesa. Alla base della sua profonda e duratura amicizia con Vegezzi-Ruscalla vi era la comune passione per la linguistica e la filologia. Sul rapporto epistolare tra i due, si veda V. FANNINI, II carteggio Vegezzi-Ruscalla-Spano (1842-1873), in Bollettino bibliografico della Sardegna, a. Ili (1986), f. 5-6, Cagliari, pp. 38-41. Lettera di Vegezzi a Spano del 18 giugno 1855, Biblioteca Universitaria di Cagliari, Autografi 48, n 2257.
54) Emerenziana ed Ida; Vegezzi-Ruscalla era rimasto vedovo nel 1843.
55) Lettera citata, cfr. supra, nota n 50.
56) G. VEGEZZI-RUSCALLA, Della convenienza di erigere nell'Eremo di Lonzo una scuola rurale di riforma pei giovani oziosi e vagabondi, Torino, 1857.
57) in verità Vegezzi era in pensione già dal novembre 1850 (A.S. Torino per le Sezioni Riunite, Reg. Pers. n 137, e. 94), ma di fatto rimase, su pressione dei suoi superiori, al suo posto sino a quasi tutto il 1857, con una interruzione tra il 1851 ed il 1856, avendo in quell'anno ripreso la carica di ispcttor generale delle carceri su invito del ministro Rattazzi. Tornato al suo posto, Ruscalla effettuò un lungo e faticoso giro di ispezioni delle sessanta carceri piemontesi, il cui risultato fu la proposta di costruire una cinquantina di carceri cellulari per ogni tribunale di prima istanza e corte d'appello, onde risolvere il grave problema dei detenuti in attesa di giudizio e dei condannati a pene brevi. La proposta sarebbe stata trasformata in legge nel 1857, A. CAPELLI, La buona compagnia, cit., p. 298.