Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI TOMMASO
anno <1989>   pagina <38>
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Renato Composto
nomina a Sindaco, il Consiglio aveva messo in terna anche Tommaso Crispi. Questi, dunque, pur essendo nato a Palazzo Adriano e pur appar­tenendo all'etnia albanese, godeva ancora a Ribera di una base di potere.
Si tratta, comunque, per entrambi i documenti, di testimonianze minime, episodicamente limitate, mancanti, soprattutto, dell'indicazione della durata effettiva dell'esercizio del potere: quasi un nulla per cogliervi il filo delle origini di quell'interesse per i problemi dell'amministrazione locale che ebbe parte non marginale e non temporanea nell'iter politico di Francesco Crispi: dal Manuale per i Consigli e Magistrati municipali (1848), agli studi sulle istituzioni comunali (1850 e 1852), alla duratura legislazione del Regno (1888). Né starò qui a ridire quanto ho già rilevato sul determinarsi di quell'interesse sui temi dell'autonomia e del suffragio universale, nel seminario di studi crispini promosso dalla Società siciliana di storia patria, nel 1984.
Il convincimento che l'esperienza amministrativa del padre ebbe a riflettersi nel figlio si fa, però, meno ipotetico e più concreto di quanto possa venirci dal verbale di un'unica seduta decurionale, quando si scopre, nella corrispondenza intercorsa fra i due durante gli anni dell'esilio del figlio, una lettera che Tommaso gli indirizzò il 12 ottobre 1855, a Londra.
Leggiamone un passo della parte iniziale:
Ugualmente trovomi in questa [Girgenti] per propri miei affari giustificare la mia condotta presso l'Intendenza quando fui Sindaco nel 1834, 1835 e 1836 ed ammi­nistratore nel 1841 e 1842 pel ramo del Peculio straordinario. Questo ramo svanì presso taluni gestori nel 1837, 1838, 1839 ed ora ed ingiustamente ricercano gli uomini onesti. Tu ben ricorderai quello {che} asserì D. Filippo Colletti a mio carico; ti ricorderai U pignoramenti sofferti nel feudo di Riozzo, e che io volea rientrare [...]4) gli autori degli eccessi di potere, e che mi dissuadesti e non volesti mai nel 1844 intraprendere ricorso, con tutto ciò che ti diedi tutte le Carte.
Oggi, d'ordine del Governo, ad istanza non so di chi, viene di nuovo a discutersi questo ramo. Fu incaricato il Sottointendente dì Bivona a liquidare li crediti di questo ramo, ed essendo ignaro dell'amministrativo, con tutto che da me se gli diede ogni giustificazione, ha redatto un verbale di liquido infame, traccopiando quello fatto da Colletti, e si cerca offendermi nell'innocenza coattivamente, quindi invitato a discaricar­mene presso gli Sig. Intendente Conte Capaci e Segretario Gen.le funzionante sig. Darà. Questo uomo se non li giova [è] più proclivi a favore di Colletti e Campello che a me con tuttoché innocente, quindi amerei fare al Sig. Darà su di ciò qualche lettera,5)
Tfìxò senz'altro che ignoro, almeno per quel che si legge nella corri­spondenza successiva, quale sia stato l'esito delle giustificazioni addotte da Tommaso Crispi. C'è soltanto, nelle lettere più vicine, la preoccupazione, di fronte alle prevenzioni palesate dal Darà, di sollecitare un giudizio che riconosca la correttezza dell'operato di don Tommaso. Vediamo, così.
4) Una parola sbiadita, indecifrabile.
9 A.C.S., Carie Palumbo Cordella, se. 5, fase. 48.