Rassegna storica del Risorgimento
BAKUNIN MICHAIL ALEKSANDROVIC; MASSONERIA ITALIA 1864-1869
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1989
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48 Luigi Paolo Friz
Sotto l'influenza del clima sorrentino Bakunin ritrova l'entusiasmo perduto. Ricordandone l'affinità con Saverio Friscia si è voluto dare continuità al suo attivismo massonico anche a Napoli. Ma del siciliano è ben noto lo sregolato percorso iniziatico. Dai verbali della torinese Dante Alighieri, una officina nata con la vocazione dello scisma, risulta essere stato iniziato nel 1862. Lo stesso anno si era separato da questa Loggia in conseguenza della frattura provocata da Crispi.24) Secondo il rapporto di un anonimo relatore nel 1865 quando la Falange Sacra era già intisichita il dott. Saverio Friscia, coadiuvato da un tale Calogero siciliano, s'adoprò ad impiantare in Napoli una setta foggiata alla massonica sotto il titolo di Vita Nuova originaria di Palermo [...]; visse la vita di un giorno, e i suoi affiliati di Napoli non si sono neppure mai adunati insieme.25) L'orientamento della Vita Nuova, oltreché dal tono dei commenti del redattore del rapporto, già abbastanza illuminanti, è confermato dal fatto che nei numerosi elenchi stampati a più riprese nel Bollettino del Grande Oriente della Massoneria in Italia, apparso fra il 1864 e il 1869, non se ne trova traccia. D'altronde rispetto al filone frapolliano Friscia si era collocato sempre in posizione antitetica e nemmeno sul piano politico fra i due vi furono convergenze, sebbene avessero avuto contatti già dagli anni '40, quando entrambi risiedevano a Parigi.26*
È, perciò dubbio che Bakunin abbia potuto sfruttare l'organizzazione di Logge regolari che lavoravano all'Oriente del capoluogo partenopeo per diffondere quelle teorie anarchiche che pur ebbero, in altri ambienti, un terreno di coltura particolarmente favorevole.27) Non possono averlo favorito gli amichevoli rapporti con Asproni, ancora diffidente dell'Ordine,
24> A. COMBA, La Loggia Crispì a Torino, in Critica sociale, LXIX, 21.10.1977, pp. 58-59.
25) A. SCIROCCO, Democrazia e Socialismo a Napoli dopo l'Unità (1860-1878), Napoli, libreria scientifica editrice, 1973, p. 340. L'ultima parte di questa nota informativa è poco attendibile. Parecchio tempo dopo dei 17 nomi in essa riportati ben 12 si ritrovano in un elenco di associati di Libertà e Giustizia (G. GABRIELI, // socialismo nelle Logge napoletane del 1867, in Rivista massonica, XIII, N.S., 1978, p. 167). Una lettera di Saverio Friscia del 1870 al venerabile della Loggia Belik 113 farebbe supporre una continuità nell'operatività massonica del siciliano, anche se il suo tenore lascia un po' perplessi: F. GUARDIONE, Saverio Friscia, Napoli, Tip. Priore, 1913.
26) L. VALIANI, Questioni di storia del Socialismo, Torino, Einaudi, 1975, afferma che durante la Repubblica Romana Frapolli era su posizioni socialisticheggianti . Saverio Friscia già prima del 1848 nutriva idee socialiste <G. BERTI, / democratici e l'iniziativa meridionale nel Risorgimento, Milano, Feltrinelli, 1962, riferimenti diffusi). La distinzione è Importante. Inoltre il primo non muterà sostanzialmente il suo pensiero, il secondo si sposterà invece sempre più all'estremo. Nel 1892 Gambuzzi riconobbe che Bakunin [...] alla sua scuola seppe strappare me stesso [...] Saverio Friscia [...]. E ci sospinse sulle vie del socialismo che allora in Italia non faceva neppure capolino (P. C. MAS INI, Bakunin in Italia, cit,, p. 26).
27) fi interessante, a questo proposito, un passo della lettera, già citata, di Andrea Giannellì a Max Nettlau (P. C. MASINI, Bakunin in Italia, cit.): il Bakounine s'ingannava che cotcsta istituzione [...] potesse neppure minimamente giovare, accettare ed appoggiare le sue idee nihiliste .