Rassegna storica del Risorgimento
BAKUNIN MICHAIL ALEKSANDROVIC; MASSONERIA ITALIA 1864-1869
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Bakunin e la Massoneria
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Vi è chi ipotizza che Mazzini abbia avuto un illustre predecessore, Camillo Benso, conte di Cavour. Figlio di un ex-massone,46) si è pensato che, utilizzando come longa marni il fidato La Farina, massone a pieno titolo, egli volesse esercitare sull'Ordine un controllo strumentale. La morte prematura dello statista ha impedito di chiarire il suo disegno, né si può affermare che la successiva elezione di Costantino Nigra a Gran Maestro rientrasse in questo quadro.47)
Successivamente, con qualche titubanza, anche Enrico Malatesta si lascerà iniziare, appena ventunenne, perché gli era sorta in mente l'idea di ripetere il tentativo fallito a Bakunin di riportare la Massoneria alle sue origini ideali e farne un'associazione realmente rivoluzionaria. Sarà più deciso del maestro, perché rinuncerà al tentativo appena 5-6 mesi dopo.48)
Bakunin non si è discostato da Mazzini, né dagli altri che abbiamo ricordato. Acquisita definitivamente l'iniziazione e la carriera massonica, è probabile che gli furono di giovamento, più a Firenze che a Napoli. Presumibilmente intuì che, oltre ai suoi compiti tradizionali, l'Istituzione fungeva da utile tessuto connettivo fra correnti di pensiero a lui affini. È anche possibile che egli vi abbia lasciato una traccia, di cui si può cogliere un segnale nell'adesione di autorevoli massoni fiorentini alla Prima 'Internazionale.49)
Scientifica Angelo Boni, 1914; ora in ristampa: Bologna, Forni, 1986. L'autore vuole a tutti i costi fare del genovese un massone. Utilizza per questo due fonti: dalle Note Autobiografiche (S.E.I., cit., LXXVII, p, 30) cita: [Il Passano] rispose col rivestirmi di tutti i poteri e battermi sulla testa per conferirmi non so qual grado indispensabile di Massoneria. Da una lettera di Mazzini a Campanella ricava la frase: La Loggia Colombo, ch'io credevo esistente tuttavia, m'elesse un tempo non so che cosa (S.E.I., cit., LXXXVII, p. 179; l'anno è il 1868 e non il 1869, come riporta Patrucco). Questi brani ci sembrano già per se stessi molto fragili per dimostrare l'assunto. Se si ricollocano nel contesto dal quale sono stati estratti, la tesi si indebolisce ulteriormente. Tant'è che proprio nell'ultimo riferimento, alcune righe prima, si legge: Siamo non massoni, ma alleati della Massoneria, che ha Grande Oriente in Palermo .
A meno che non vengano ritrovati documenti più probanti, Mazzini non fu massone. Per lui e per altri presunti affiliati è valido ciò che ha detto A. A. MOLA, in Rivista Massonica, X, N.S., 1975, p. 574: quando si riprenda più riposatamente il confronto tra il pensiero dell'agitatore genovese ed i postulati dell'Ordine non è detto che si possa giungere ad asserirne l'identità o la affinità: e potrà anzi riuscir chiaro che la reciproca estraneità di fatto era tutfuno con quella di sostanza e di principio .
*) A. COMBA, // Grande Oriente a Nord-Ovest, dattiloscritto inedito gentilmente concessoci dall'autore, p. 38, dà per inizialo Michele Cavour nel periodo napoleonico, una decisione di puro opportunismo, come fu d'altronde consueto in quel periodo. Dopo la restaurazione ritornò sui suoi passi e, ancora per opportunismo, divenne antimassone. R. ROMEO, Cavour e il suo tempo, Bari, Laterza, 1977, I, pp. 87, 87 n e 95, conferma queste notizie.
47) Sull'argomento esiste un'ampia letteratura. Ne ha parlato per primo A. COLOMBO, Ver la storta della Massoneria nel Risorgimento italiano, in Rassegna storica del Risorgimento, I, pp. 53-89j il saggio è stato utilizzato e sconvolto da A. Luzio, La Massoneria e il Risorgimento italiano; saggio storico-critico, Bologna, Zanichelli, 1925; ora in ristampa anastatica: Bologna, Forni, 1966.
48) p. C. MASINI, Storia degli anarchici italiani, cit., p. 289.
49) u tema meriterebbe ampi approfondimenti. Basti pensare all'affermazione di Enrico Bignami, in nota ad una lettera alla Loggia Cattaneo del 10 maggio 1913: Fu al coperto