Rassegna storica del Risorgimento
BAKUNIN MICHAIL ALEKSANDROVIC; MASSONERIA ITALIA 1864-1869
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Libri e periodici
Francesco Becattini, come spiega Zeffiro Ciuffoletti nella ben documentata introduzione, fu quello che oggi potremmo definire un autore di successo (p. vii). Sulla sua vita sappiamo poco: di certo è, come dice lui stesso, che nacque sulle amenissime sponde dell'Arno intorno al 1740 e che nella sua vita ebbe due grandi passioni: la storia e il giornalismo. Scrisse infatti moltissimo: una Storia dell'Inquisizione, corredata di opportuni e rari documenti che ebbe tre edizioni nel 1782, '84 e '97 rispettivamente a Firenze, Napoli e Milano; l'Istoria generale dell'augustissima Casa d'Austria, in cinque volumi, stampata a Venezia tra il 1786 e l'87, con una seconda edizione tra il 1792 e il '96 di undici tomi; una Storia della Crimea, Piccola Tartaria ed altre province circonvicine (Napoli, 1783 e Venezia, 1785); gli Annali d'Italia dall'anno di Cristo MDCCL fino all'anno MDCCLXXÌ, per servire di continuazione a quei del proposto Ludovico Antonio Muratori, dati per la prima volta in luce, scritti a poco più di trent'anni {Livorno, 1772). Inoltre, come si accennava prima, ebbe anche intensa attività pubblicistica, collaborando al Giornale delle belle arti e delle incisioni antiquarie, musica e poesia e dirigendo il filorivoluzionario periodico romano Notizie politiche.
Di fatto, comunque, l'aspirazione profonda del Becattini era quella di poter accedere all'onorata carriera di storiografo ufficiale di Pietro Leopoldo, ma probabilmente il suo opportunismo era troppo smaccato per poter piacere allo stesso interessato... (pp. vtn-ix). Non solo per questo motivo l'impresa non riuscì al giovane intellettuale toscano. Infatti una delle caratteristiche dello Stato leopoldino era quella, assai nota, di avere una vastissima rete di spie e informatori, che non si occupavano solamente della vita pubblica dei cittadini, ma anche di quella privata. Tra il 1777 e il 1781, ispettore superiore di polizia fu Giuseppe Chelottì, che raggiunse un potere enorme, suscitando malumori e invidie un po' da tutte le parti. Uno dei suoi principali collaboratori divenne proprio Francesco Becattini, ma, con la caduta in disgrazia del Chelottì, per lui fu la rovina. Esiliato dalla Toscana, viaggiò per l'Italia, prima a Napoli, poi a Venezia, continuando la sua opera indefessa di scrittore (oltre all'Istoria generale della Casa d'Austria, pubblicò anche la Storia ragionata dei Turchi e degli imperatori di Costantinopoli, di Germania, di Russia e d'altre potenze cristiane, in otto tomi, 1788-1791) e di spia per la polizia austriaca. Poi, il repentino passaggio alla sponda rivoluzionaria, con la direzione delle Notizie politiche, cui s'accennava prima. Dopo aver scritto altre opere (tra cui una Storia delle azioni militari di Ernesto Gedeone barone di Laudon uscita nel 1790 e poi tradotta anche in spagnolo e in portoghese), finalmente, nel 1796, come scrive Clementina Rotondi nell' Avvertenza , si ha la prima edizione della Vita, stampata quasi sicuramente da Giuseppe Galeazzi di Milano. Un anno più tardi, segno di evidente successo, una seconda edizione, ampliata corretta ed arricchita di note. La vendetta era compiuta e, leggendo il libello, non si può disconoscere al polemista toscano una facilità di scrittura, con un periodare breve ed elegante, nonché una confutazione punto per punto delle attività e delle opere del granduca. Quasi tutti, gli aspetti della personalità di Pietro Leopoldo vengono messi a fuoco.
Non aveva collaboratori molto intelligenti: essendoché i cortigiani Tedeschi supponendo forse di esser peranche nel gelido clima di Germania, avevano recata seco la costumanza delle stufe per {scaldare le stanze; quali stufe produssero molti raffreddori e mali di petto fra loro, per il che molti ne morirono (p. 19).
Era economista di corte vedute: Principiarono a fioccare le nuove leggi sulla panizzazione, permettendosi a qualunque persona in qualsivoglia città, terra e castello di fabbricare e vender pane senza pagamento dì bollo e mettervi quel prezzo che gli fosse piaciuto. Una concezione di questa fatta, che in fondo parea buona, produsse un contrario effetto, raddoppiando il costo del pane, volendoci tutti fare un guadagno esorbitante (p. 24).
Fece pasticci anche nelle famose bonifiche in Maremma: Si dette subito incombenza al Matematico Gesuita Ximenes di far mettere mano a' lavori per incanalare le acque ed in ìspecie quelle del fiume Ombrone, facendo un fosso navigante da Grosseto a Castiglione per trasportarvi con poca spesa gli ubertosi prodotti delle immaginarie raccolte [...] s'incominciarono mangerie tali che impinguarono diverse borse e votarono quelle degl'infelici maremmani, che si vedevano vessati e ridotti in miseria sotto il manto di voler far loro del bene [...]. Turbata la tranquillità de' popoli da' ministri e da' tribunali, da' soprain-