Rassegna storica del Risorgimento

BAKUNIN MICHAIL ALEKSANDROVIC; MASSONERIA ITALIA 1864-1869
anno <1989>   pagina <59>
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Libri e periodici
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tendenti a' lavori, dall'avido frate mattematico e i suoi satelliti; in cinque o sei anni, gettato inutilmente un mezzo milione di scudi, le maremmane divennero più deserte e pestifere che per l'addietro... (pp, 26-27).
Era un sovrano che calpestava il diritto: Si emanò poi un lungo regolamento in forma di legge per dare un migliore aspetto alle procedure economiche e contenziose del tribunale de' pupilli, il che non servi che ad accrescere la cavillazione e il raggiro, e renderlo sempre più disastroso agli esseri infelici, che sono sottoposti a quell'iniqua giuri­sdizione (p. 32).
Quella dei viaggi era una manìa, con secondi fini: Il bello si era che queste frequentissime gite, decantate in apparenza esser tutte pel bene de' sudditi e per informarsi degli aggravi e delle ingiustizie de' giusdicenti, non erano in fondo che oggetti di mera curiosità, per aver notizia delle più vaghe donne [...] e degl'intrighi di tutte le famiglie (P. 43).
Celebre il suo libertinaggio: Siccome era portato per il ballo, facendosi veder sempre ballare mascherato su tutti i festini de' teatri con le cameriste della moglie e specialmente con una certa Odar, ebbe occasione di vedere da vicino ed abboccarsi con una cittadina, che allora era nel fiore di sua bellezza, sposa di un, benestante Ferrarese. Da questo abboccamento fu voce che ne risultasse per lui una leggiera ferita acquistata nel campo di Venere, per sanare la quale fu d'uopo ricorrere a far uso dell'acque di Pisa. Avea anche contemporaneamente per segrete amiche due vaghe sorelle figlie di un facoltoso tappezziere, maritate una a un ministro della posta delle lettere, l'altra a un figlio naturale di un giudice del magistrato de' pupilli. Pubbliche favorite non comparvero per qualche tempo, finattantoché non legò amicizia con la consorte di un ricco e generoso Lord e Baronetto della Gran Bretagna commorante in Firenze, il quale in premio della sua docilità maritale ricevette poi [...] il trattamento di Altezza, mediante il diploma di Principe del Sacro Romano Impero (pp. 50-51). Né meno famoso fu l'amore che Pietro Leopoldo ebbe per l'artista Livia Raimondi, cui fece addirittura costruire un casino per l'estate (che ancora oggi esiste in piazza San Marco a Firenze).
Sono solamente alcuni esempi del giudizio che il Becattini dà del granduca; peraltro, il libro non va interpretato esclusivamente come una raccolta di pettegolezzi a scopo di vendetta, ma, per dirla ancora con Ciuffoletti, ha il merito non piccolo di farci cogliere alcune contraddizioni di fondo del riformismo leopoldino , come nelle resistenze popolari al programma ricciano. Un libro da leggere, dunque, una preziosa, anche se fin troppo di parte, testimonianza di un contemporaneo, che pure non riuscì a diventare un vero storico, sebbene proprio quella di diventare storico sia stata la più grande aspirazione della sua vita (p. xvm).
FRANCESCO GUIDETTI
// Veneto e Treviso ira Settecento ed Ottocento, a cura del Comitato di Treviso dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 5 ciclo di conferenze, Treviso, novembre 1984-aprile 1985; Treviso, [1986], in 4, pp. 269. S.p.
Dei sedici testi che compongono questo fascicolo, solo alcuni presentano qualche interesse per la storia del Risorgimento. Gabriele Farronato, ad esempio, avendo rintracciato i nominativi dei volontari di Asolo nel periodo che va dal 1848 al 1866, ce li presenta con qualche nota biografica e aggiunge alcune notizie curiose sulle polemiche sorte nella cittadina veneta in occasione delle onoranze da tributarsi a Garibaldi (pp. 9-47, con abbon­dante documentazione in appendice). Giuliano Simionaio e Piero Polon delineano la biografia del medico Sebastiano Liberali ( 1784jl 875) che si distinse non solo nell'esercizio della professione, ma anche come studioso degli aspetti sociali della medicina, essendosi occupato, fra l'altro, del problema della pellagra {pp. 49-60, con bibliografia ed elenco dei numerosi scritti del Liberali). Ivano Sartor riprende invece il discorso sul roncadese Carlo Alberto Radaci li, che fu dapprima ufficiale della marina austriaca, in seguito combattente