Rassegna storica del Risorgimento

BAKUNIN MICHAIL ALEKSANDROVIC; MASSONERIA ITALIA 1864-1869
anno <1989>   pagina <61>
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Libri e periodici
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Dagli atti del processò emerge che Agesilao Milano dichiarò di avere agito da solo. Viceversa la polizia, indagando nell'ambiente in cui era vissuto l'attentatore, giunse alla scoperta di un gruppo di congiurati fautori di Luciano Murai. Il regicidio sarebbe stato tentato nell'aspettativa di un intervento anglo-francese contro la monarchia borbonica, in seguito alla tensione determinata dal congresso di Parigi. L'adozione di un rituale massonico convalida la tesi della presenza a Napoli di un nucleo murattista, passato infelicemente all'azione con Agesilao Milano, e subito dopo disperso dalla polizia. La copiosa documenta­zione attesta che ebbe diffusione nel Mezzogiorno la speranza di sostituire i Borboni con Murat, ma attesta anche l'esiguità del movimento, limitato a pochi e modesti personaggi, che non sembrano collegati né con gli emigrati residenti in Piemonte, né con l'entourage del principe a Parigi.
Viene confermato il giudizio di Fiorella Bartoccini (Il Muranismo, 1959) sulla scarsa consistenza del partito murattiano nel Mezzogiorno. Il contributo con le sue precisazioni attesta, tuttavia, la possibilità di arricchire la conoscenza dell'età borbonica utilizzando fondi ancora inesplorati degli archivi meridionali.
ALFONSO SCIROCCO
I moti del 1837 a Siracusa e la Sicilia degli anni trenta, a cura di SALVATORE RUSSO. {Le ali del tempo, Biblioteca di Storia, 5); Caltanissetta, Ediprint, 1987, in 8, pp. 239. S.p.
Questo volume, a cura di Salvatore Russo, racchiude gli atti dell'omonimo convegno organizzato dalla Società Siracusana di Storia Patria e dal Comitato di Catania dell'Istituto per la Storia del Risorgimento italiano e svoltosi a Siracusa dal 28 al 30 maggio 1987.
Come spesso accade, anche i lavori di queste giornate di studio, oltre al compito sepa­rato di ottenere validi risultati scientifici, adempiono a una doppia funzione e ad un esito comune: di riepilogare, da un lato, quanto si è scritto di recente sull'argomento, con rigoroso vaglio delle nuove possibilità di interpretazione; di focalizzare, dall'altro, i temi destinati a ulteriori e più approfondite indagini. A questa, talvolta indiretta ma preziosissima, opera d'aggiornamento, di chiarificazione e di proposta, si somma l'intento di promuovere uno sforzo di compiutezza e di unità; il risultato auspicato è quello di approssimarsi, fin dove le problematiche suscitate lo consentono, ad una visione globale degli eventi, attraverso il distinto cammino delle singole relazioni. Quest'insieme di scritti ne è un efficace esempio. Infatti, anche se hanno come soggetto una circoscritta localizzazione geografica, la Sicilia orientale, un epicentro, Siracusa, e una precisa determinazione temporale, il 1837, o, più genericamente, gli anni trenta, i campi di analisi che vi ruotano attorno sono vasti e, per alcuni versi, singolari. Innanzitutto l'isola, la sua vita intellettuale, polìtica e sociale; la sgradita sudditanza da Napoli, sede del governo borbonico, e il contrastato rapporto con Ferdinando II, indagati da Alfonso Scirocco; le difficoltà di valutare con esattezza la pene­trazione del romanticismo e della propaganda e del proselitismo mazziniano in antagonismo alla persistenza del motivo separatista e alle nostalgìe di un costituzionalismo moderato, illustrate in pagine brevi, ma ricche di spunti, da Franco Della Peruta; la questione demaniale e la lenta transizione dal sistema feudale alla moderna borghesia capitalista, oggetto di studio di Francesco Renda; e, infine, il malessere del popolo e della classe contadina e la loro attitudine a vivere il Risorgimento in una luce smitizzata e avversa.
Questo il quadro generale e l'annodato intreccio dì tematiche nei quali interviene, nell'estate del 1837, la terribile epidemia colerica che si agitava da un paio d'anni in Europa ed in Italia settentrionale. Il fatto storico si accresce, così, di altri elementi: una malattia mortale, la paura del contagio e il dubbio dell'untore, in un ingranaggio sociale già debole e arretrato. A colorire il tutto sopravvengono immancabili e funeste ricorrenze cabalistiche (il passaggio della cometa di Hallcy l'anno precedente), la comparsa luciferina di figure stranissime e zingaresche, e impreviste deviazioni xenofobe sempre latenti in un clima di panico, di sospetto e di eccitazione dell'immaginario collettivo. Ed ecco che si