Rassegna storica del Risorgimento

BAKUNIN MICHAIL ALEKSANDROVIC; MASSONERIA ITALIA 1864-1869
anno <1989>   pagina <64>
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Libri e periodici
la questione del credito popolare e che contraddistingue i primi passi della cooperazione creditizia.
L'ampio arco di questioni che quell'iniziativa sottende ce riscatta la marginalità e ne fa una sorta di cartina di tornasole per comprendere la natura dei processi, di segno diverso, che la intersecano. La gerarchia dei mestieri operai e artigiani (e delle rispettive retribuzioni) in una città povera di iniziative industriali; le diverse concezioni e finalità dell'associazionismo operaio e i limiti dello stesso mutualismo; ancora l'associazionismo come momento dell'edificazione del partito politico; il nesso fra previdenza, risparmio e credito popolare alla luce di prospettive che vanno dal tradizionale paternalismo dei vecchi ceti aristocratici alla soluzione luzzattiana delle banche popolari, dal self-help degli evolu­zionisti seguaci dello Smiles e difensori, di fatto, dell'assetto sociale esistente, fino alle proposte più avanzate d'impronta radicale e socialista, che giungono a sovvertire taluni princìpi su cui si regge il meccanismo creditizio, per istituire banche concepite per essere innanzi tutto al servizio degli operai , del loro sforzo di miglioramento, ma anche delle loro esigenze più elementari, specie nei momenti di crisi e di disoccupazione: questi e altri temi sono presenti nel saggio della Tarozzi, da cui emerge con evidenza, da un lato, lo stretto rapporto esistente in quegli anni fra i modi di concepire d'associazionismo operaio e le diverse nozioni del credito popolare, dall'altro l'articolazione di queste ultime, spia della complessa ricerca di una soluzione alla questione sociale, al fine di sciogliere il nodo dell'integrazione delle classi popolari nel nuovo Stato.
Le realizzazioni operate a Bologna in questo campo e la loro successione temporale costituiscono una sorta di paradigma di quella differenziazione di posizioni e di prospettive. La Banca Popolare d'ispirazione luzzattiana, nata nel 1865, diviene ben presto un istituto dominato dalla tradizionale classe dirigente e ad essa funzionale, sia pure con un signifi­cativo spostamento di attenzione dalla campagna alla città, dall'agricoltura alle nascenti attività piccolo e medio-industriali. La Banca Cooperativa, nata nel 1882, dopo un lungo travaglio, con l'obiettivo di privilegiare i soci operai, finisce per diventare la banca degli artigiani e della élite operaia e si qualifica, specie nel nuovo secolo, come banca di servizio per le cooperative bolognesi. Nel 1883, infine, nasce dal seno della Società operaia di mutuo soccorso, con un capitale inizialmente autoctono, la Cassa Cooperativa, che molto più tardi, nel secondo dopoguerra, assumerà il nome di Banca Operaia. La Cassa, specie nei suoi primi anni di vita, offre l'esempio di un istituto che si fonda su di un azionariato effettivamente operaio, promuove il risparmio dei soci dei sodalizi mutualistici cittadini e si pone come primo compito quello di sovvenire i lavoratori anche nel soddi­sfacimento di bisogni primari, sottraendoli al pesante giogo dell'usura. Un'iniziativa che riscuote successo e che raccoglie il sostegno sempre più largo degli operai bolognesi, anche se negli anni successivi fra la fine dell'800 e il nuovo secolo con il mutare della diligenza e degli indirizzi politico-ideali della Società operaia, modifiche statutarie e nuovi criteri di gestione attenueranno il carattere originale e un po' eterodosso della Cassa cooperativa.
La pregnanza, ma anche la durata di un'esperienza di credito operaio in senso proprio, come quella affrontata nel libro della Tarozzi, suggerisce di estendere su più vasta scala e di approfondire ulteriormente gli studi su questo tipo di cooperazione credi­tìzia, che fu stimolo fecondo, anche se poco conosciuto, al formarsi di una nuova coscienza operaia, oltre che ad una prima, modesta, ma percepibile elevazione del tenore di vita degli operai italiani.
ALBERTO PRETI
GUSTAVE LEFRANCAIS - ARTHUR ARNOULD, Souvenirs de deux Communards réfugiés à Genève. 1871-1871. Présentation par Marc Vuilleumier; Genève, Edition Collège du Travati, 1987, in 8, pp. 207. S.p.
La Suisse, terre d'asile: è questa in estrema sintesi l'immagine che si ricava del paese elvetico dalla lettura delie memorie degli anni d'esilio di due comunardi, Gustave