Rassegna storica del Risorgimento
BAKUNIN MICHAIL ALEKSANDROVIC; MASSONERIA ITALIA 1864-1869
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1989
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Libri e periodici
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Lefrancais (1826-1901) e Arthur Arnould (1833-1895). Nulla da eccepire, in quanto la Svizzera è sempre stata nella coscienza comune sinonimo di ospitalità e di neutralità. Ma a voler ben guardare, le cose non sono sempre state così: se è vero che nel corso del XIX secolo, segnatamente all'indomani del biennio 184849, la Confederazione elvetica fu estremamente ospitale nei confronti dei rifugiati di tutte le estrazioni sociali e di tutte le nazionalità (nobili italiani ed ungheresi, artigiani ed operai di tutti i paesi, borghesi francesi, polacchi e russi, professori universitari tedeschi, ecc.), va detto che diversa fu la reazione di fronte all'ondata di fuggitivi anch'essa numericamente consistente scampati alla sanguinosa repressione della Comune di Parigi del maggio 1871. Come opportunamente pone in evidenza nell'introduzione al volume Marc Vuilleumier, riprendendo un'analisi svolta da Lefrangais, i proscritti potevano essere classificati in due principali categorie, fermo restando che al di là dei facili schematismi, la realtà delie cose non era cosi lineare e le distinzioni così nette come potrebbe apparire; da una parte vi erano i protagonisti della Comune: socialisti, operai, artigiani, i quali si riproponevano una trasformazione completa della società attraverso la collettivizzazione dei mezzi di produzione, vale a dire con una radicale rivoluzione sociale. Dall'altra, gli esuli che li avevano preceduti, in massima parte borghesi che non volevano altro che una rivoluzione meramente politica, un mutamento puro e semplice di forma di governo che non intaccasse i rapporti di classe esistenti. Verso questi ultimi le autorità elvetiche si dimostrarono sempre estremamente ben disposte, mentre non si può dire altrettanto per i comunardi che però vale la pena sottolinearlo non erano affatto tutti dei socialisti rivoluzionari, come tendeva a dipingerli la propaganda reazionaria. La Comune fu un fenomeno complesso: molti auspicavano e si battevano in nome della rivoluzione sociale, ma a fianco a loro molti altri lo facevano in nome di ideali repubblicani e patriottici, e questa divergenza di posizioni si rifletteva puntualmente anche tra i fuoriusciti rifugiatisi in lsvizzera.
Diversa l'estrazione sociale ed il carattere degli autori degli scritti qui pubblicati: benestante ed estremamente attivo Gustave Lefrangais, di origini più modeste e politicamente assai meno impegnato Arthur Arnould. Il primo fu, assieme a Pauline Roland, il fondatore dell' Association fraternelle des instituteurs, institutrices et professeurs socialistes, filiale de l'Union des associations de travailleurs (1848), e svolse un'intensa attività sociale tra le classi più umili della popolazione parigina; costretto dal cólpo di Stato del 2 dicembre 1851 a lasciare la Francia, potè rientrarvi soltanto due anni dopo, ed è proprio in quel periodo che cominciò a frequentare i gruppi comunisti della capitale transalpina. Esule in Svizzera dal luglio 1871, risiedette sempre a Ginevra (eccezion fatta per il 1873, quando dimorò a Losanna), dove fu membro attivo della Sezione di propaganda e d'azione rivoluzionaria socialista e principale redattore di un foglio, chiamato inizialmente La Corninone e poi trasformato su pressione delle autorità confederali in Revue Socialiste. Il rientro in patria avvenne, come per molti altri suoi compatrioti, solo all'indomani dell'amnistia del 1880.
Giornalista e scrittore, Arnould prese parte attiva alle vicende politiche del suo paese in maniera meno evidente; particolarmente dotato nello scrivere, egli riusciva letteralmente a catturare l'attenzione del lettore, come si può constatare sfogliando le pagine dello scritto riproposto in questo volume, già pubblicato a puntate su Le Rappel, giornale parigino, tra l'agosto e l'ottobre del 1874.
Le differenti personalità degli autori finiscono inevitabilmente per riflettersi nei loro scritti: profondamente pervaso dalla passione politica è Dix années de proscriptton eri Suisse (1871-1880) di Lefrancais, con molte pagine interessanti che ci forniscono dettagliati ragguagli sulle condizioni di vita dei profughi comunardi in terra elvetica. Meritevole di una particolare segnalazione è, tra le altre cose, la polemica sorta all'interno dell'Internazionale socialista nel 1871 tra un gruppo rappresentato da Outine (direttore de L'Egalité e portavoce a Ginevra delle posizioni di Marx, allora a Londra), che premeva per una centralizzazione del potere nelle mani del Consiglio generale di Londra, e la Federation jurassienne , fermamente contraria a questo progetto e fautrice dell'autonomia delle singole federazioni locali. Lefrancais, prendendo atto della frattura prodottasi (che poteva a suo avviso mettere