Rassegna storica del Risorgimento

RICCI VINCENZO ; V
anno <1921>   pagina <244>
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si avvicinava per l'intelligenza delle intrigate questioni che agitavano l'Europa e per il modo più rapido di risolverle. Anche nel Eegno Unito vane erano le speranze riposto dal patriottismo piemontesedj m la Francia infine, nella quale circostanze e ragioni molteplici avrebbero portato a vedere l'appoggio pia efficace per la causa della indipendenza italiana, dovevasi ritenere tale da offrire una assistenza migliore. I ciò per vari motivi. La opposizione, che il primo ministro austriaco aveva fatto e faceva di continuo a qualunque tentativo del gabinetto di Parigi, che avesse potuto significare p ritorno alla poli­tica imperialista francese, aveva messo il governo di; luigi XVHI e le stesse sfere più elevate della società della restaurazione in una condizione di cose difficilissima si, da non poter tentare, per il mo­mento almeno, una politica, che, pur senza essere costituita da mosse ardite e perigliose per coloro contro de* quali fosse stata diretta, avesse significato una emancipazione dalla tutela nella quale gli alèati avevano circoscritto l'attività degli statisti francesi. La Hfcussia sulla cui alleanza la Francia aveva fatto gran conto, dopo il 1815~per restituire all'Austria quello che essa le aveva fatto subire con i trattati che avevano chiuso il periodo napoleonico, non offriva dopo il 1821 e ài primi del 1822 l'appoggio sperato precedentemente, e ciò per le ragioni ben note. L'Inghilterra, di cui ognuno conosceva la classica opposizione all'espansionismo francese in qualunque campo esso si fòsse manifestato, non avrebbe mai concesso al regno di Luigi XVJJU di agire, anche salvando le migliori apparenze, come sarebbe potuto essere un intervento nei congresso delle potenze in sostegno dell'Italia, non sconvolta dalle rivoluzioni, ma aspirante alla sistemazione logica del problema della sua nazionalità. He d'altra parte le condizioni interne del paese, causate dal contrac­colpo dei movimenti spagnuoli ed italici e dal risveglio rivoluzionario e bonapartistìco che n'era derivato (19), avrebbero favorito una politica apertamente liberale in difesa della nostra penisola. Nel convincimento che, quel che era avvenuto fra noi, non fosse altro che la conseguenza di un movimento rivoluzionario partito dalla Spagna e diffusosi per l'Italia nella Balcania e nelle terre dell'im­pero austro ungarico per rovesciare gli ordini sociali e politici rico­stituiti dalla santa Alleanza, la Francia aveva una memoria troppo
(10) OHATBAUBRUND, Oongrès de Verona in oewn-es complete*, op, oifc. XIII v' m 8e8' - PAsquiEB, Uénxoiros, op. cit V p. 419 sogg,