Rassegna storica del Risorgimento

RICCI VINCENZO ; V
anno <1921>   pagina <248>
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fo BUOENlO PASSAMONW
suoi zi! Des Isnards gii avevano paternamente concessa ne' primi mesi dell'esilio, nel novembre del 1821 aveva lasciato la Provenza ed a Deiunato' per la capitale francese. E vi era giunto con un duplice intento: conoscere e farsi conoscere dagli elementi migliori del mondo diplomatico e politico di Parigi per ottenere il fitto richiamo in To­rino e lavorare, come i tempi richiedevano, per il Piemonte e la sua indipendenza. Per le numerose relazioni di parentela che la sua ma­trigna, appartenente alla più pura nobiltà dell'antico regime, gli aveva procurato, per le adesioni che in questa città aveva acquistato il conte Prospero nella sua ambasciata durante il Direttorio e nell'epoca im­periale come statista e scienziato ed infine per le conoscenze e simpatie che egli aveva fatte e destate nel periodo in cui vi aveva dimorato sotto Napoleone e ne* giorni del tramonto di questo grande astro, Cesare Balbo in poco tempo aveva formato intorno a sé un circolo di persone elette e possenti le quali da un lato lo distraevano dai dolori che affliggevano i suoi compagni di esilio e dall'altro gli ren­devano agevole il lavorare per la patria. Il Governo di Carlo Felice non aveva notato a caso l'ingresso del Balbo nella capitale francese e ne aveva chiesto particolari notizie, che erano state fornite al conte della Valle dal Marchese Alfieri di Sostegno ministro sardo in Parigi, il 4 dicembre 1821, nella maniera seguente: Monsieur le Comte Cesar Balbe vient d'arriver à Paris et s'est de suite presente à moi qui n'i pu à moins de lui témoigner mes regrets de l'y voir, vu la quantité des personnes aveo lesquelles il est intimement lié, qui se y fóuvent et quii, serait a desirer quii ne vit pas beaucoup et tous les inconveniens que le séjour de Paris peut avoir sur lui. Il a répondu à cela que notre gouvernement n'ayant encore rien décide à son cgard, malgré tout ce que son pére et lui ont fait pour q'on voulùt bien prononcer sur son compte, que d'un coté les Com-missions ayant itórativament dédaré quii n'y avait lieu à inculpation contee lui d'après toutes les informations prises et que de I'autre 8. M. jusqulci n'ayant pas jugé convenable de lui accorder la dé-mission quii avait démandée, il ne savait comment paraìtre en Pié-mont, car, sii faisait usage de son uniforme et de son grade dans Tindéoision dece que le concerne, il pourrait ètre blamé, et,que aB paraissait sans uniforme, il avait l'air de se condamner et que n'ayant aucun reproche à se faire, il ne le voulait pas; que n'ayant pas été dans le cas de continuer à jouir de Vhospitalité obligeante dont I avait profité long temps dans la famille de sa belle mère, il n'avait pas voulu aller dans aucun ville de Prance où il aurait paru ren-