Rassegna storica del Risorgimento
RICCI VINCENZO ; V
anno
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1921
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pagina
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259
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PKA LETTERA INEDITA DI CESARE BALBO j89
zione ebbe il conte Cesare, con la stia lettera e con il prestilo acquistatone.
F Ha Cesare Balbo non si contentò ciò. L'affermazione del gtmphSécit della influenza esercitata dalle sette nel moto ifcontese eri il tacere che m stato fatto dell'opera spiegata dal partito liberale lo preoccupavano più ancora dei propri interessi: onde, appena ebbe paiole duto a suo padre ed a sé, come V istinto gli aveva ispirato, egli corse a tutelare quel che più di lui stesso importargli. Ed in difesa del liberalismo pensò una serie di lettere, nelle quali si proponeva di far conoscere all'opinione pubblica europea l'esistenza di questa tendenza politica nelle sue cause e Miele sue opere,, perchè quella, fattasene consapevole, avesse potuto operare un benefico influsso sopra i governi costituzionali per la tutela delle aspirazioni nazionali italiche. Illusione è vero, che la causa nostra, quando il Balbo si accingeva all'opera, era già giudicata ; ma manifestazione importantissima del pensiero e dell'animo del nostro scrittore E queste lettere egli voleva che fossero pubblicate dalla stampa che più si era mostrata nemica all'Italia. Per mezzo del marchese Pastoret, che avea larghissimo adito per la sua posizione ufficiale e per la sua grande coltura nel mondo politico parigino ed inglese, Cesare Balbo brigò per inserirle nei Débats e nella Quartùrìy llmm. Ma il suo tentativo non ebbe l'effetto sperato. Scritta la prima delle sei epistole che avrebbero dovuto, secondo U suo piano, svolgere tutta la questione italiana, il conte Cesare trovò nel darla alla luce innumerevoli ostacoli non solo nelle direzioni de' periodici ai quali erasi rivolto, accompagnato da potenti raccomandazioni, ma nelle stesse autorità francesi (41). Per quali ragioni ciò avvenisse, noi non abbiamo dati sufficienti per precisare: ma non è fuor di.luogo supporre che avesse parte in ciò il ministro piemontese in Parigi e, più ancora, l'ambasciatore austriaco il quale, al corrente di quel ohe Cesare Balbo faceva, aveva dovuto usare la sua influenza per far taeere una voce da cui sarebbero stati detti frasi e concetti non tutti graditi a chi reggeva le sorti dell' impero absburghese. In ogni modo, le lettere del Balbo non
(41) Atakimo Balbo, Corrttpondenm ynvaia del conte Cesare Balbo, Car-tella n. 35,