Rassegna storica del Risorgimento

<> 1806-1811; GIORNALI REGNO DI NAPOLI 1
anno <1989>   pagina <479>
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Il Giornale d'Intendenza nel regno di Napoli 479
agli oggetti dell'intendenza dovrebbe contenere. I soli annunzi ed avvisi che il governo vuol far passare ai popoli potrebbero inserirvisi. I prezzi delle derrate vendute nelle fiere e mercati potrebbero egualmente avervi luogo. Qualche atto di straordinaria bravura, o di non volgare beneficenza ed umanità, la distruzione di ammali feroci, gli incoraggia­menti o le patenti d'invenzioni accordate dal governo per qualunque oggetto di pubblica utilità, vi si potrebbero altresì annunziare sobriamente, e come conviene al magistrato. Un foglio periodico così composto potrebbe regolarmente inviarsi a ciascuna uni­versità, la quale dovrebbe essere obbligata ad associarsi, e pagarne il prezzo, che si dovrebbe ridurre a molto discreta cosa; essendovi poi qualche comune, che non avesse assolutamente i mezzi di farne la spesa, potrebbe essere esonerato, ma dovrebbe però egualmente rimetterglisi il foglio, al quale non deve darsi altro titolo, che quello di giornale degli atti dell'intendenza.
Sul prezzo dell'associazione con un leggiero aumento potrebbe l'accortezza degli intendenti trovare anche la somma necessaria a stabilire i corrieri indispensabili alla facile corrispondenza, tra le università e i sottintendenti, e tra costoro e gli intendenti in tutti quei luoghi ove non esiste il corso della posta .*)
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Il Miot concepiva il giornale d'intendenza come una iniziativa interna all'amministrazione, un espediente inteso a facilitare la diffusione e la conservazione degli atti del governo, ed aveva esplicitamente ricordato che sotto qualunque pretesto non doveva trattare di politica. In effetti fin dal 28 febbraio era stato istituito ed affidato al corso Cristofaro Saliceti un ministero della Polizia generale, incaricato della pubblica sicurezza, del buon ordine e della tranquillità interna. Tra le sue attribuzioni c'era il diritto di fare dei regolamenti sulla stampa, e sopra i teatri , con un sottinteso diritto a controllare il giornalismo politico. Fu il Saliceti a promuovere la rinascita del Monitore Napoletano, pubblicato dal 1 marzo ad opera di un gruppo di redattori, di cui fu magna pars Pietro Colletta. Ad esso nell'estate si affiancò il Corriere di Napoli, con l'autorevole pre­senza di Vincenzo Cuoco, ben visto dal Miot.9>
I due giornali avevano lo scopo di formare un'opinione pubblica favorevole al nuovo regime e, con decreto del 20 novembre 1806, non pubblicato nella Collezione degli editti, ma da noi ritrovato nei Decreti Originali, il re ordinò che ogni comune si associasse ad uno di essi.10) Il ministro dell'Interno nel trasmetterlo agli intendenti segnalò l'impor­tanza della misura. L'ignoranza delle notizie non dico estere, ma nostrali
S> Ministro dell'Interno agli intendenti, Napoli 30 settembre 1806, Archivio di Stato di Salerno, collocazione citata. Nella conclusione il ministro chiese agli intendenti di partecipargli suggerimenti e riflessioni per la migliore e più pronta riuscita dell'utile stabilimento che vuol farsi*.
9) Sull'argomento cfr, G. ADDEO, La stampa periodica napoletana nel Decennio francese, Napoli, 1988, in cui è fatto un attento esame delle annate dei Giornali d'Inten­denza conservate nelle biblioteche napoletane, a p. 107 sgg.
io) ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI (d'ora in poi A.S.N.), Decreti Originali, 1806, voi. 3.