Rassegna storica del Risorgimento
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> 1806-1811; GIORNALI REGNO DI NAPOLI 1
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1989
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Alfonso Scirocco
ma la sua è una condizione privilegiata.32) Come rilevano gli intendenti di Avellino ed Aquila, col giornale si devono inviare anche i fogli sciolti per le affissioni, con aumento dei costi, che nel 1809 variano dai ducati 450 annui (ritenuti il minimo indispensabile a Campobasso) agli 800 indicati a Capua e Chieti.
Gravi problemi per la distribuzione nascono dalla conformazione del territorio.
Nel 1811 il Turgis, nel parlare del costo del giornale, osserva che nei piccoli luoghi essi sono presso a poco perduti, per non esservi archivio per conservarli, né funzionari per farne uso , e il peso economico grava sui comuni piccoli, con varie frazioni dipendenti a ciascuna delle quali deve inviarsi una copia, mentre sono agevolati i comuni più grandi con un unico centro amministrativo.33)
Ad ogni modo i giornali dell'intendenza nel Mezzogiorno diventano parte integrante dell'azione svolta dall'amministrazione periferica. Gli intendenti richiamano spesso i funzionari, e soprattutto i sindaci, al dovere di leggerli per conoscere e mettere in esecuzione le disposizioni governative. Nel 1809 in Basilicata Luigi Flach ordina addirittura che nel primo giorno di festa successivo all'arrivo del Ballettino delle leggi o del giornale i sindaci riuniscano straordinariamente i decurionati facendo lettura di tutti gli atti, e conservando in archivio i verbali delle sedute.34)
Con tutto l'ordinamento dello Stato stabilito dai napoleonidi, la sua pubblicazione viene confermata al ritorno del Borbone, come uno degli obblighi dell'intendente.35) Il costo dell'abbonamento è messo tra le spese
32) H De Thommasis, nominato intendente di Calabria Ultra nel luglio 1807, il 7 dicembre illustrò a vivaci colori la difficoltà che incontrava nel comunicare gli atti governativi alle amministrazioni comunali, e propose di ricorrere alla stampa. Il successivo 2 gennaio il ministero gli ricordò le disposizioni del 30 settembre 1806 e del 15 gennaio 1807 per la formazione di un giornale dell'intendenza, gliene inviò copia con un numero del giornale dell'intendenza di Chieti come modello, concludendo: Osserverà V. S. Ill.ma che la spesa bisognevole per la stampa deve soffrirsi dai comuni, ed essendo esteso il numero dei paesi che compongono cotesta provincia, ricadere a tenue ragione la tassa che V. S. Ill.ma dovrà formare per la stampa suddetta, anche esentandone quelle università che per la loro picciolezza non debbano esser gravate. Non è in conseguenza necessario soggettare i cancellieri dei comuni alla spesa della stampa, che peraltro sarebbe poco decente. Sarà piuttosto regolare che i rispettivi decurionati minorino loro il salario già stabilito a proporzione che vien ad essi alleviata la fatica delle copie degli ordini (A.S.N., Ministero Interno, II inventario, f. 2251).
33) Lettera del 28 marzo 1811, cit.
3*) Circolare del 2 febbraio 1809, Giornale degli atti dell'Intendenza di Basilicata, n. 1 del 1809, Nello stesso anno l'invito a leggere con attenzione il giornale è rivolto anche in Terra di Lavoro nel gennaio e nel giugno, ed è ripetuto nel 1810.
35) L'art. 7 della legge dell'amministrazione civile (12 dicembre 1816) recita: L'Intendente pubblicherà per le stampe, e comunicherà ai funzionari suoi subordinati un giornale periodico, che riunisca tutti gli atti ed operazioni del governo e dell'ammi-nistrazione pubblica. Sul riordinamento dello Stato cfr. A. SCIROCCO, Dalla seconda restaurazione alla fine del regno, in AA.VV., Storia del Mezzogiorno, voi. IV, Roma, Edizioni del Sole, 1986, pp. 689 sgg.