Rassegna storica del Risorgimento
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> 1806-1811; GIORNALI REGNO DI NAPOLI 1
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1989
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// Giornale d'Intendenza nel regno di Napoli 489
amministrati. I discorsi di insediamento meriterebbero un'attenta lettura, perché contribuiscono a delineare la personalità di funzionari ai quali è affidata una pesante responsabilità e permettono di individuare l'effettiva ampiezza dei loro poteri. A volte appare notevole la loro autonomia dal governo centrale, e risalta lo zelo con cui alcuni cercano di promuovere le nuove istituzioni.
In effetti con una circolare del marzo 1811 il governo attenua le restrizioni imposte inizialmente, ed invita gli intendenti a non limitarsi alla sola pubblicazione degli atti. Forse ciò dipende dalla ristrutturazione della stampa politica. Con decreto del 10 gennaio dello stesso anno si stabilisce la soppressione del Monitore Napolitano e del Corriere di Napoli, entrambi bisettimanali, e la pubblicazione di un unico foglio, con carattere ufficiale, il quotidiano Monitore delle Due Sicilie, posto sotto la direzione e responsabilità del ministro della Polizia. Il giornale non può dedicare spazio alla vita delle province.45) È probabile che nella capitale si valuti il ruolo assunto dai capoluoghi e la loro crescente importanza. Si autorizza, perciò, l'inserimento nel giornale locale di documenti che attestano l'attività degli amministratori, i progressi nell'economia, l'operosità culturale. I Giornali d'Intendenza all'iniziale funzione esclusivamente burocratica aggiungono quella complementare rivolta alla. formazione dello spirito pubblico, entrando di diritto nella stampa di regime.
La cosa si è già realizzata spontaneamente. All'inizio del 1811 Matteo Galdi, dando finalmente vita al giornale in Cosenza, ha annunziato che vi sarà una specie di appendice che conterrà qualche notizia politica. L'intendimento, che poi non ha effettivo seguito, si spiega con la particolare situazione della Calabria, esposta alla propaganda borbonica proveniente dalla Sicilia. Ad intenti propagandistici sono ispirati il suo discorso di esaltazione dell'attività governativa tenuto al collegio elettorale dei possidenti, e quello di inaugurazione dell'Accademia cosentina, risorta come Istituto di Scienze e Lettere.46) Però precedentemente, nel 1808, in Terra di Lavoro Lelio Parisi ha lodato i vantaggi dell'istituzione dei Consigli provinciali, da cui il sovrano può essere illuminato sui bisogni della provincia e sui mezzi per farla prosperare; nel 1809 in Capitanata sono apparsi sul giornale il discorso dell'intendente Molli per l'insediamento del tribunale criminale e la prolusione di Stefano Gatti per l'inaugurazione della Società di Agricoltura. Dal 1808 troviamo abitualmente le relazioni sullo stato della provincia fatte dagli intendenti all'apertura delle sedute del Consiglio provinciale.
Con la Restaurazione diventano rari i commenti di un certo respiro politico, perché tra gli intendenti vanno prevalendo i funzionari di carriera. Nel gennaio del 1817 a Cosenza Alessandro Mandarini sottolinea la saggezza delle recenti determinazioni che hanno dato un volto nuovo alla restaurata monarchia borbonica.47) Ancora a Cosenza nel 1831 l'inten-
*) G. ADDEO, op. eli., pp. 84 sgg.
46) Giornale dell'Intendenza della Calabria Citeriore, 1811, n, 7 e n. 12.
47) Sulla eccezionalità del momento cfr, A. SCIROCCO, Governo assoluto ed opinione pubblica a Napoli nei primi anni della Restaurazione, in Clio, a. XXII, n, 2, aprile-giugno 1986,