Rassegna storica del Risorgimento

EBREI ITALIA 1848-1931
anno <1989>   pagina <501>
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Gli ebrei in Italia 501
a quel momento l'eccessiva autonomia gestionale e la frequente anarchia organizzativa, approvando la centralizzazione decisionale affidata con la rappresentanza degli ebrei d'Italia all'Unione ed insieme il carattere sostan­zialmente cogente imposto alla adesione ad esse. Non si rendevano conto della maggiore incidenza della tutela e della vigilanza pubbliche sulla loro vita, corrispondenti, peraltro, ai più forti controlli esercitati dallo Stato autoritario sui cittadini, né lamentavano la fine di quello spontaneismo associativo che invece era stato esaltato nell'età liberale anche in materia di religione e di culto ma che tanto contrastava con la mentalità e la vocazione totalizzante del regime. Forse si illudevano che, in un ordina­mento siffatto, reso più omogeneo e compatto dai compiti attribuiti per legge alle comunità, la peculiarità e la specificità dell'ebraismo, apparen­temente difese dalla normativa concordataria ed insieme giurisdizionalista del regime mussoliniano, sarebbero state sottratte al pericolo della totale assimilazione e, quindi, della scomparsa dell'identità comunitaria.17* Illusione, peraltro anche spiegabile, destinata, comunque, a presto svanire col rie­mergere, sul finire degli anni Trenta, dell'antisemitismo persecutorio delle leggi razziali.
CARLO GHISALBERTI
17) Sul complesso problema dell'ebraismo italiano durante gli anni della dittatura mussollniana, cfr., per tutti, R. DE FELICE, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, Torino, 1988, IV edizione; in particolare Bulla regolamentazione delle comunità vedi, tra gli aitri, R. FRAU, La formazione della nuova legislazione italiana sulle comunità ìsraélU fiche in Studi economico-giuridici dell'università di Cagliari, 1971 e A. CALÒ, La genesi delia legge del 1950, in Rassegna mensile d'Israel, settembre-dicembre 1985, pp. 334 sgg.