Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDINI; NIEVO IPPOLITO
anno
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1989
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pagina
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510
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IPPOLITO NIEVO GARIBALDINO IN SICILIA
L'esperienza siciliana del garibaldino Ippolito Nievo, dal 10 maggio 1860 ai 4 marzo 1861 era destinata a concludersi tragicamente nella misteriosa scomparsa del piroscafo Ercole in quel triangolo delle Bemiude che si stende, tuttora, tra l'isola di Ustica, il golfo di Napoli e la Calabria. Ma egli ne ha lasciato tracce e memorie nel Giornale della spedizione di Sicilia pubblicato dal Pungolo nel giugno 1860, nel Resoconto ammi-nistrativo della prima spedizione in Sicilia , apparso dopo varie traversie sulla Perseveranza del 23 luglio 1860 e nelle lettere da Palermo alla cugina Bice Melzi Gobio e ai familiari, testi tutti pubblicati, introdotti e annotati da Andreina Ciceri sotto il titolo di Lettere garibaldine e al quale faremo costante riferimento.1)
Che bel paese verde, spopolato, sereno e miserabile! Ricorda un po' il Friuli , scrive alla madre il 28 maggio appena arrivato nell'isola. Sin dall'inizio i due paesi sono accostati nei colori e nei contenuti del paesaggio. L'avventura pare piacevole: Il viaggio in Sicilia tante volte progettato [...] eccolo finalmente in azione, più pittoresco di quanto avrebbe sperato. Palermo, con un po' più di caldo, è negli usi, nella società, nei pettegolezzi, una fotografia di Venezia [...] quella società è ancor viva, grazie alla preziosa facoltà conservatrice dei governanti Napoletani. Qui si vive in pieno Seicento, col barocchismo, le raffinatezze e l'ignoranza di allora. Noi abbiamo il compenso di essere ammirati come eroi (24 giugno).
Ben presto, però, malumore e noia prendono il sopravvento. Il caldo africano è rinnovato dal vento del deserto sino a settembre; il 2 novembre scrive alla cugina: O patria mia, sei pur crudele a punirmi dall'amarti in maniera sì acerba! La Sicilia è una specie di paradiso senza alberi, ove io mi trovo perfettamente fuori del mio centro terreno; non ho aria per i miei polmoni, non ho immagini pel mio spirito. Ha nostalgia di paesi ideali, le rovine di Segesta, di Selinunte o la vetta nevosa e fumante dell'Etna; ma soprattutto sente un bisogno irresistibile di aria lombarda.
Il 19 novembre si dice ancora annoiatissimo della Sicilia e assetato di aria ambrosiana. L'insofferenza climatica è, però, soltanto il detonatore di una situazione psicologica più complessa, perché per altri versi non
D I. NIEVO, Lettere garibaldine, a cura di A. CICERI, Torino, Einaudi, 1961. Da questo volume sono tratte 'tutte le citazioni indicate all'interno del testo.