Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDINI; NIEVO IPPOLITO
anno
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1989
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pagina
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518
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Libri e periodici
insistono su questo tema. Giuseppe L. Marini analizza i caratteri della pittura di storia italiana ispirata all'attualità risorgimentale in un breve itinerario attraverso i gusti e le tendenze pittoriche dell'800, mentre Giorgio Rochat sottolinea la ricorrenza di immagini e soggetti nelle raffigurazioni di battaglie e campagne militari, soffermandosi sul valore dell'iconografia come tonte per la storia militare. Marziano Brignoli ripercorre invece le vicende storiche ricordate dai dipinti proposti, delineando al contempo una breve storia dell'Armata Sarda e del costituendo Esercito Italiano, protagonisti indiscussi di molte tele. Un doveroso omaggio è rivolto da Cristina Vernizzi ai Musei del Risorgimento, a quelle istituzioni cioè che hanno conservato nel tempo testimonianze preziose per la memoria storica, ricordando le loro origini e la funzione assolta allora ed oggi. Mario Ricciardi e Alberto Basso rivolgono infine la loro attenzione a letteratura e musica, riflettendo sul contributo non irrilevante che queste seppero dare al movimento risorgimentale, favorendo la formazione di una coscienza popolare e la coesione delle forze esistenti.
Alle note introduttive fa seguito la riproduzione fotografica delle tele esposte, ripartite per temi ed accompagnate ciascuna da una minuta didascalia; il volume si chiude quindi con due sezioni curate da Letizia Di Maio, dedicate alle biografie dei pittori e alle notizie bibliografiche.
Opera di pregio per la cura della realizzazione, il volume rivela, anche a mostra ormai chiusa, numerosi motivi di interesse.
ANTONELLA BURATTA
Risorgimento Veneto', Quaderno n. 5 del Comitato Veneziano dell'Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, a cura di GIOVANNI PILLININI; Venezia, Libreria Universitaria Editrice,; 1987, pp. 61. S. p.
Due sono i contributi che occupano le pagine di questo quaderno del Comitato di Venezia del nostro Istituto. Il primo, dovuto alla penna di Anna Maria Cadel, dal titolo Realisti e Giacobini a Venezia alla vigilia della caduta della Repubblica (pp. 9-12), ci offre in un rapido compendio i risultati di una ricerca d'archivio non breve e nemmeno tanto semplice sull'impatto nella società veneziana dell'arrivo dopo il 1789 aia dei profughi realisti di Francia, o emigrati, sia degli agenti più o meno segreti della Rivoluzione, o giacobini .
È noto che la Repubblica di San Marco al suo tramonto ebbe il pericoloso privilegio di ospitare, fra i molti avversari della Rivoluzione, il conte di Artois a Verona e il conte di Provenza lungo le rive del Brenta. Attorno a questi due personaggi reali si agitava una folla di nobili e abati francesi emigrati, attivissimi propagandisti della fede monarchica fra il popolo veneto.
Gli agenti giacobini, a volte vere e proprie spie non facili da distinguersi dai seguaci delle nuove idee per pura convinzione, come sembra una certa madame de la Tour, s'infiltravano dappertutto, senza troppi infingimenti, a propagandare anch'essi con un certo successo l'età nuova.
Le autorità della Repubblica si limitarono a sorvegliare gli uni e gli altri, nella fiducia di poter tenere lontani da sé i pericoli di sommovimento rivoluzionario come per il passato, senza poter comprendere che ai andava preparando la Venezia giacobina del 1797.
Il secondo contributo oi Ò offerto dal Pillinini su Venezia città franca: il Regolamento del 829 <pp. 13-61). L'Autore si è già interessato all'argomento in altra